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 2020  maggio 24 Domenica calendario

I Rolling Stones come non l’avete mai visti

Quando Bill Wyman decise di lasciare i Rolling Stones dopo trent’anni (era il 1992, l’annuncio fu dato l’anno seguente), Keith Richards reagì con una battuta delle sue, tipo «Pensavo che dal gruppo si potesse uscire solo da morti», dimenticando che già nel 1974 Mick Taylor se n’è andato spontaneamente (ed è ancora vivo) e che Brian Jones, il fondatore, è annegato in piscina tre settimane dopo essere stato licenziato. Ma in fondo non importa, perché Wyman, che ora ha 83 anni, rimane il più strano e improbabile tra gli esseri umani che il rock ha trasformato in superstar. Ancora oggi, se gli si chiede che cosa avrebbe fatto, se il gruppo a cui si è unito negli ultimi mesi del 1962 non fosse diventato «la più grande rock’n’roll band del Pianeta», lui risponde: «Il bibliotecario, forse il curatore di un museo. O, meglio ancora, il fotografo».
Bill Wyman ha conservato tutto dei suoi 31 anni negli Stones. Si era autonominato archivista della band e grazie a quelle casse di ritagli e oggetti d’epoca ha scritto un’autobiografia dettagliatissima (Stone Alone). Ma era anche il fotografo «interno» di un gruppo che è stato molto ritratto, spesso da grandi dell’obiettivo. Delle sue immagini ha un grande e ordinato archivio (35 mila scatti, ci dice), dal quale ha estratto un nuovo libro di 272 pagine, con moltissime foto e brevi didascalie sui Rolling Stones. Il titolo del libro è Stones from the Inside - Il rock come non l’avete mai visto (Rizzoli Lizard, euro 49), sono tutte foto di Wyman, dai giovanissimi Keith Richards e Brian Jones che volano verso l’Australia per il tour del 1966 ai grandi raduni dei primi Anni 90. 
Numerosi e spesso molto belli sono i ritratti informali di tutti gli Stones, colti in momenti di normalità e di lavoro molto poco divistico: c’è anche Mick Jagger che sfoglia la Bibbia in cerca di ispirazione. Si coglie l’idea della grande famiglia allargata creatasi intorno a loro, dalle compagne, tutte molto fotogeniche (ma le mogli di Mick di più: Bianca Jagger e Jerry Hall), ai colleghi più vicini, John e Yoko, The Who al completo («John Entwistle e Keith Moon erano miei grandi amici, mi mancano terribilmente», dice Wyman), Stephen Stills, Dr. John, un David Bowie del periodo paranoico, un giovane e irriconoscibile Van Morrison, John Belushi e Dan Aykroyd prima dei Blues Brothers, i bluesman adorati, copiati e riportati al centro della scena. 
Fa uno strano effetto entrare là dove l’accesso è sempre stato riservato agli addetti ai lavori. Si vedono gli Stones «dal di dentro», come vuole il titolo del libro, ma si capisce anche che Bill Wyman, almeno in parte, ne è sempre rimasto un po’ fuori. Forse a questo gli serviva la macchina fotografica. Sarà perché, come ama ricordare, solo lui e Charlie Watts appartenevano alla working class, o perché, a differenza dei compagni, ha sempre saputo che la rockstar è un lavoro che si fa part-time, è facile identificarsi nel suo punto di vista, quello del bibliotecario mancato.