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 2020  maggio 23 Sabato calendario

Critica dei sottopancia

Da un po’ di tempo mi diverto a trascrivere le indicazioni contenute nei sottopancia delle persone intervistate in tv. Nel gergo televisivo il sottopancia è quella scritta in basso che contiene il nome e spesso la professione della persona che appare sullo schermo. La cosa curiosa è che tutti si avvalgono di una congiunzione ad adiuvandum, una «e» che arricchisce la professione e fa presagire allo spettatore doppie o triple vite dell’intervistato.
L’espressione più usata è «giornalista e scrittore» come se la professione di giornalista, un tempo molto prestigiosa, avesse ora bisogno di un puntello nobilitante. Ora troviamo, in praesentia, e l’uno e l’altro mestiere. Anche se per essere scrittore non basta scrivere o pubblicare dei libri. C’è pure chi non si accontenta e infila un vorticoso triplete: giornalista, scrittore e opinionista.
Va molto di moda anche magistrato e scrittore, sebbene, a mio modesto parere, la separazione delle carriere sia oltremodo auspicabile. A ruota segue attore e regista, ma anche attore e autore, attore e conduttore televisivo. Si vede che ora la più che dignitosa laboriosità attoriale soffre di crisi di identità. Trascrivo quanto ho trovato: fumettista e vignettista, saggista e giornalista, psicologa e scrittrice, disegnatore e musicista, presentatore e autore, parlamentare e giornalista, docente universitario e scrittore, scrittore e regista, e infine la perla delle perle: ministro e scrittore. Aspetto solo che il virologo di turno si congiunga ad attività più famosa.
Di fronte a questo profluvio di congiunzioni (per decreto ministeriale estendibili fino al sesto grado) ho persino pensato che qualcuno volesse stupirci con la classica figura retorica dell’endiadi (dire una cosa per mezzo di due): attore autoriale, docente poetico, giornalista scrittografico, scrittore opinabile. Giorna e lista, scritto e re, oh che dolce attrazione, per la bella congiunzione!