Corriere della Sera, 22 maggio 2020
Zaytsev dice no ai tagli e torna in Russia
Anche Ivan Zaytsev compra casa. È questa la motivazione del trasferimento del simbolo del volley italiano al Kemerovo, città russa della Siberia occidentale. La sua attuale squadra, Modena, post Coronavirus non ha i soldi per garantirgli l’ingaggio che le parti hanno firmato sul contratto sottoscritto due anni fa e lo lascia libero di accasarsi altrove. «Abbiamo preso accordi con le banche e non possiamo fare diversamente. Abbiamo fatto i calcoli al centesimo e con il taglio 30+50 (il primo per la stagione non conclusa, il secondo per la prossima, ndr) non ci stiamo dentro. Non è colpa di nessuno».
Con queste parole la moglie di Ivan, Ashling Sirocchi, giustifica la scelta impopolare dello Zar che non ha accettato la riduzione di ingaggio del 50% proposta da Modena e sta per firmare con la squadra allenata dall’ex libero russo Verbov.
A Kemerovo, 3 mila chilometri da Mosca e al centro di un importantissimo bacino carbonifero, il capitano della Nazionale italiana disputerà la Champions League e la società è disposta a offrire all’opposto italiano i 500 mila euro d’ingaggio che prendeva fino a oggi in Emilia. Ma il trasferimento non è un addio, è un «prestito». La prossima stagione (quella post olimpica) Ivan tornerebbe a Modena per onorare il contratto che lo lega fino al 2023. Perché Modena è proprio la città dove la famiglia Zaytsev ha comprato la casa in questione e ha deciso di mettere radici.
Neanche questo però basta a placare gli animi. Perché quando si tratta dello Zar la pallavolo non gli perdona niente: dal caso scarpe che gli ha fatto saltare l’Europeo del 2017 alla popolarità televisiva, dalla moglie manager alla simpatia politica per il governatore Bonaccini e le sardine. E anche una legittima ricerca di guadagni diventa un casus belli.
Ivan Zaytsev torna così in Russia, dove ha giocato dal 2014 al 2016 e da dove viene la sua famiglia (il padre è stato il palleggiatore dell’Unione Sovietica, oro ai Giochi del 1980) mentre la moglie e i tre figli resteranno a Modena, dove il prossimo anno il più grande inizierà le elementari. Dietro la mancanza di liquidità di Modena volley c’è la differenza sostanziale con gli altri top team italiani: Civitanova, Perugia e Trento. Perché se la proprietà di questi club è in mano a un imprenditore, a Modena il presidente della squadra è Catia Pedrini, libero cittadino. Il resto lo fanno gli sponsor, oggi ovviamente toccati dalla crisi, e soprattutto il pubblico, il vero motore di una città dove si respira pallavolo dalla mattina alla sera, dove il PalaPanini è pieno a ogni partita e dove l’aumento dei prezzi dei biglietti e degli abbonamenti non ha mai indignato nessuno.
Ai timori (fondati) legati all’impossibilità di ospitare i tifosi in quello che tutti definiscono il tempio del volley è legato il futuro della quarta sorella della pallavolo italiana. Il campionato di Superlega perderà così lo Zar (mentre Leon a Perugia, Juantorena a Civitanova e Giannelli a Trento resteranno al loro posto) ma è fiducioso di vederlo tornare (a casa) tra un anno.