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 2020  maggio 21 Giovedì calendario

Nelle Marche l’ultimo ospedale targato Bertolaso

A Civitanova Marche c’è un ospedale nuovo di zecca. Assomiglia a un’astronave e “partirà” tra domani e sabato. Parola del governatore Luca Ceriscioli e del sindaco Fabrizio Ciarapica. Ieri, intanto, si è riunito il “tavolo organizzativo” per portare nella struttura dell’ex fiera della cittadina adriatica i malati di Covid-19 ora ricoverati in altri nosocomi della regione: saranno forse una ventina. Così termineranno le polemiche sulla creatura di Bertolaso che stenta a decollare, come è successo a Milano per l’ospedale che l’ex capo della Protezione civile ha messo sù in quattro e quattr’otto nel quartiere fieristico del Portello che però – a curva pandemica quasi piatta – è rimasto vuoto.
Inaugurato sabato e consegnato alla Regione Marche dal Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta), il Covid Center di Civitanova Marche, in provincia di Macerata, gestito da privati e finanziato da imprenditori e benefattori locali, è stato costruito in meno di un mese con lo stesso metodo usato per l’“ospedale miracolo” a Fieramilanocity. Era stato proprio il presidente della Regione Luca Ceriscioli a telefonare, un mese fa, al collega lombardo Attilio Fontana per chiedergli un incontro con Bertolaso per varare insieme un progetto per le Marche, alle prese, allora, con una terribile ondata di contagi concentrati nel Pesarese. I lavori sono cominciati il 20 aprile, 1.200 persone tra operai e tecnici si sono impegnate nella riconversione dei padiglioni dell’ex fiera civitanovese, un’area di 5.400 metri quadrati vicino al centro commerciale e accanto al palazzetto dello Sport dove gioca la Lube Pallavolo (serie A e gare internazionali). Costo dell’opera: più di 10 milioni di euro racimolati in poche settimane tra gli industriali del territorio (siamo nel comprensorio calzaturiero). Sono 84 i posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva previsti, ma solo un ventina dovrebbero essere occupati in questa prima fase che consentirà di liberare (per poi sanificare) strutture finora dedicate alla cura dei malati di coronavirus, come quelle di Civitanova Alta, Camerino e San Benedetto del Tronto. Per farlo funzionare a pieno regime servono 34 medici (tra cui 12 rianimatori, 5 cardiologi e 3 infettivologi), 40 infermieri e 20 tra oss e tecnici di radiologia. Dovrebbero arrivare, in quote proporzionali e su base volontaria, dalle Aziende sanitarie delle cinque province marchigiane. «Realizzare ospedali da campo è un’operazione relativamente semplice perchè si fanno in situazioni di emergenza, le strutture di Milano e Civitanova, però, non sono temporanee ma veri e propri ospedali, certificati come tali» ha commentato Bertolaso. Appena tagliato il nastro, però, i sindacati degli infermieri hanno annunciato un ricorso legale: parlano di «prevaricazione inaccettabile» perché «i professionisti sanitari non sono strumenti del mestiere da utilizzare in ogni occasione, specialmente se la strategia non è condivisa». Contro il Covid Center sono state presentate anche una petizione con mille firme di cittadini e diffide in cui si contesta la concessione degli spazi pubblici senza una delibera del Consiglio comunale, con una minaccia di ricorrere alla Corte dei conti. «Ma è una struttura all’avanguardia, ad alta tecnologia, e in tempo di tagli alla sanità questo nuovo ospedale è un grande valore aggiunto – replica il sindaco Ciarapica – tanto più che è a costo zero per la pubblica amministrazione... E poi chi critica in piena emergenza non fa un buon servizio alla comunità». Ma verrà smantellato dopo la pandemia? «Funzionerà fino a quando non ci sarà un vaccino e potrà essere anche un centro di diagnosi. Poi si vedrà, ma sono certo che potrà essere anche dopo un punto di riferimento per tutte le Marche».