Corriere della Sera, 19 maggio 2020
Il ruolo più a rischio? Il centravanti
Il ruolo più a rischio contagio da Covid-19? Il centravanti. Lo dice uno studio dell’università di Aarhus, in Danimarca, che si basa sul movimento dei calciatori studiato in 14 partite della Super League, il campionato danese.
Funziona così: i ricercatori simulano la presenza di un giocatore infetto e quindi analizzano quando e per quanto tempo gli altri giocatori si trovano nel raggio di un metro e mezzo da lui, la misura sotto la quale il rischio di contagio viene considerato scientificamente rilevante. Lo studio spazio-temporale mostra che durante una partita i giocatori rimangono entro la distanza di infezione tra zero e 657 secondi, poco meno di 11 minuti. La media è un minuto e 28 secondi per giocatore. Ma dall’analisi dei 15.750 risultati emergono differenze enormi da ruolo a ruolo: il professor Thomas Andersen ha spiegato che in media i centravanti sono esposti per due minuti rispetto al minuto e mezzo della media, quindi mezzo minuto abbondante in più. Non abbastanza però perché sia davvero pericoloso, sempre secondo lo studio danese. «Il National Board of Health si aspetta che tu sia a meno di 2 metri da una persona infetta per più di 15 minuti prima di considerarlo un contatto rilevante, quindi non c’è dubbio che il tempo indicato nello studio non è critico» spiega il professor Thomsen, immunologo dell’Università di Copenaghen.
Dallo studio danese emerge poi un altro elemento interessante: i dilettanti e i ragazzi dei settori giovanili hanno metà delle probabilità di contagio rispetto ai professionisti. La motivazione: «Non sono così veloci e così vicini ai loro avversari come i calciatori di alto livello».