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 2020  maggio 19 Martedì calendario

Federica Pellegrini diventa la donnina Michelin

C’era un altro annuncio nell’aria, ma senza la quinta olimpiade, non c’è vita privata per Federica Pellegrini, non ufficialmente, quindi il legame che lei svela nel primo giorno aperto al pubblico riguarda ancora la carriera da nuotatrice. Anche se non si limita alla piscina. 
La signora dall’oro facile diventa la donnina Michelin e certo non è un’immagine così semplice da digerire perché non c’è mai stato un essere umano legato alla famosa marca di pneumatici. Quel nome si lega inesorabilmente a Bibendum, un personaggio animato, nato nel 1898, disegnato da Marius Rossillon, noto come O’Galop e ora il soprannome torna: dalla fantasia di un vignettista che evoca la più rapida delle andature alla concretezza dell’italiana più veloce e più affidabile. La più longeva, 32 anni di cui la metà passati a vincere, caratteristica che ha convinto Michelin a cambiare strategia: «Abbiamo trovato chi dà le nostre stesse garanzie, chi è capace di performance fatte per durare». Pellegrini non solo resiste, come fanno altri sportivi, ma insiste a essere la donna da battere. Si tiene il ruolo per un altro anno, poi l’acqua resterà piacere e magari pure affari, con qualche gara per far girare ancora un nome che funziona, però fino ai Giochi, spostati al 2021, «è tutta ostinazione, costanza, programmazione». 
L’omino Michelin è stato votato logo più riuscito di sempre e Federica è un marchio italiano, consapevole di rappresentare il Paese. Per questo non le va di parlare di politica anche se dall’inizio del lockdown «che ha liberato le nostre energie migliori e ci ha reso uniti e patriottici» siamo passati «alla propaganda che si è impossessata di ogni buona intenzione». Chiarisce di non aver criticato il calcio, «chiedo solo pari diritti, ogni sport vale altrettanto e va trattato con rispetto a prescindere dal fatturato» e prepara il futuro messo in pausa. «Mi spiacerebbe scoprire di non saper smettere, l’acqua è il mio elemento, ma non resterò schiava della competizione oltre misura, sono pronta ad altro» e ammette pure che se la misura fosse arrivata al pieno in questo agosto «a 32 anni, avrei sistemato la mia vita privata, era il momento di un’evoluzione personale però non è un peso aspettare». Continuare, ora pure appaiata al nome di un’industria che ha costruito un impero sul concetto di resistenza ad alto livello e che con lei cambia rotta. 
Dall’omino a Milady, almeno in Italia. Quarti di fama che danno una certa nobiltà: «Ora che ho pure le gomme sarei un’icona come la Ferrari? Mi fa un po’ paura vista la popolarità di cui si parla, speriamo di poter essere davvero così riconoscibile». Quanto il paffuto uomo Michelin, padrone delle strade, padrino della segnaletica e pure delle stelle, nate per evidenziare le locande in cui fermarsi durante il viaggio e diventate simbolo di élite culinaria. Storie di numeri uno, dall’asfalto (senza escludere un possibile ritorno in Formula 1) alla corsia di una piscina e per ora non c’è neanche bisogno di un spot. Basta unire i due nomi per raccontare di un matrimonio preparato da mesi. Forse non doveva essere l’unico all’orizzonte, ma ai Giochi manca un cerchio: dopo quattro edizioni, un oro e un argento, manca l’ultimo atto. E vale un altro anno di attesa, l’ennesimo test di durata.