la Repubblica, 18 maggio 2020
Roma, bilancio in rosso e Friedkin sparito
L’ultimo contatto diretto risale alla settimana prima del lockdown. Poi, più nulla. Anche a Boston ormai si sono arresi: la trattativa tra James Pallotta e Dan Friedkin per la cessione della Roma è saltata. Almeno alle condizioni che erano state impostate tra l’autunno e l’inverno: la pandemia di Covid 19 ha colpito anche quell’affare, e magari il magnate texano che s’era impegnato a rilevare il club giallorosso per oltre 700 milioni avrà benedetto di aver temporeggiato quando avrebbe potuto chiudere. Il motivo è molto semplice: automotive, entertainment e turismo di lusso, i tre pilastri sui quali ha costruito il proprio impero, sono probabilmente i settori più colpiti dal dilagare del virus. La distribuzione di auto Toyota negli Usa si è sostanzialmente fermata, gli hotel e safari sparsi in giro per il mondo sono chiusi da marzo. Anche il comparto cinema ha smesso quasi interamente produzioni e distribuzioni. Per il gruppo oggi la priorità è garantire il lavoro di migliaia di dipendenti, non lo shopping.
Ovviamente tutto ciò non esclude che la situazione possa riaprirsi, visto che l’interesse di Friedkin era concreto. Le condizioni però andrebbero riscritte da capo o quasi. Il miglior alleato della Roma in questo senso può essere Lotito: se la squadra andasse in Champions League e si garantisse così una fetta significativa di entrate certe, sarebbe molto più semplice per il gruppo concludere l’acquisizione della società. Anche così si spiega la posizione politica della Roma, tra le più attive – proprio insieme alla Lazio per sostenere la ripresa. Una linea condivisa con i giocatori, che non hanno lasciato mai la città e anzi si sono seduti per trovare un accordo con il ceo Fienga sui tagli agli stipendi.
Una mossa utile per dare respiro a un bilancio soffocante. I conti dell’ultima trimestrale sono pesanti, anche se prevedibili: all’indebitamento di 278 milioni si aggiungono le perdite, stimate in fortissimo rialzo al 30 giugno. Pallotta ha già versato 89 milioni di quell’aumento di capitale da 150 deliberato in autunno: l’ultima rata avrebbe dovuto versarla l’acquirente, ma rischia di finire per gravare ulteriormente sugli azionisti di oggi. Per questo, Zaniolo e Pellegrini non sono più incedibili. Quando inizierà il prossimo mercato (a settembre?) la Roma sarà costretta a valutare eventuali offerte. Ma se riuscirà a resistere lo farà: l’idea è di aspettare che il prezzo dei gioielli torni a salire.
Il piano del club piuttosto sarebbe dare stabilità alla rosa. Ma a patto di riuscire a vendere i 15 giocatori in esubero (molti già ceduti in prestito): il più nobile è Under, il più caro Pastore (in Cina, Covid permettendo). Fonseca è stato informato che dei 3/4 giocatori che ha chiesto ne arriverà uno, forse due. Dovrà occuparsene ancora il ds Petrachi, finito però ai margini. È partito per la sua Lecce all’indomani di Cagliari- Roma, ultima gara giocata, il 29 febbraio: per due mesi è stato irreperibile per tutti, compreso i giocatori che hanno perso fiducia in lui.
In ogni caso la ricerca di soluzioni alternative a Friedkin è iniziata, un intermediario dalla dubbia credibilità si è mosso per avvicinare il mondo arabo, dove la flessione del greggio non ha intaccato le disponibilità. L’aspetto più complicato però è avere un prospetto da presentare: l’incertezza riguardo all’inizio del campionato (ripartirà? quando si potranno vendere i biglietti? come finirà il braccio di ferro con le tv? gli sponsor chiederanno sconti per mancata visibilità?) e sulla partecipazione alle coppe, disegnano su ogni dialogo l’ombra incerta di un interrogativo.