il Giornale, 17 maggio 2020
È il leone il re dei papà. Il secondo è il gorilla
Oscar Grazioli
Quando si guardano dei cuccioli di animali, ma anche i bambini, spesso si pensa solo alle mamme, ma, con tutto il rispetto, esistono in natura dei meravigliosi papà di cui vari etologi hanno anche tentato di fare una graduatoria. Questa ne è solo una sintesi. Il primo è risultato il leone. Se è vero che è il primo a mangiare la preda che la leonessa ha portato, è anche vero che quando sente una minaccia, entra in gioco il suo istinto paterno che fa di tutto per garantire la sicurezza della sua famiglia che può consistere di 30 o più leonesse e relativi cuccioli. Il secondo è risultato il gorilla che è responsabile di 30 suoi simili. È responsabile soprattutto della ricerca di cibo per il suo gruppo, il che è un lavoro improbo, visto che i gorilla in genere mangiano fino a 50 chili di cibo al giorno.
Il gorilla trascorre molto tempo con i piccoli, fino a quando diventano adolescenti, gioca amorevolmente con la sua progenie e combatte contro gli altri gorilla maschi senza risparmiarsi, se solo si azzardano a minacciarli. Poi, in graduatoria, troviamo le volpi rosse che sono papà generosi e indulgenti, e si divertono a giocare con i loro cuccioli, come fanno la maggior parte dei papà. Mentre i piccoli sono giovani, il padre caccia ogni giorno, fornendo un servizio di consegna di cibo alla tana per i cuccioli e la loro madre. Dopo circa tre mesi, tuttavia, i cuccioli subiscono un brusco risveglio: niente più cibo gratis! Il padre smette di dar loro da mangiare come tattica per convincere i cuccioli a lasciare la tana. Ma non li mette mai in pericolo. Seppellisce il cibo nei dintorni della tana per insegnargli come trovarlo e come sopravvivere da soli. Ci sono poi i licaoni (cani selvaggi africani) che, come i cuccioli di cani domestici, sono estremamente attivi e consumano parecchie calorie durante il giorno. Dal momento che i cuccioli non sono in grado di mangiare cibi solidi fino a quando non hanno circa dieci settimane, il padre ingerirà il cibo e rigurgiterà una pappa morbida che i cuccioli potranno ingerire. Questa pratica di alimentazione ha anche un altro scopo: poiché i cuccioli devono fare affidamento sui loro padri per il cibo, impedisce loro di vagare troppo lontano da casa, quindi non cadono in preda ai nemici. È poi la volta di un uccello, il fenicottero. Anche mentre si radunano in uno stormo di migliaia di uccelli, questi «ragazzi» rimangono monogami, accoppiandosi con una sola femmina per tutta la vita. Quando arriva il momento di accoppiarsi, papà aiuta la mamma a selezionare un sito di nidificazione e insieme costruiscono il nido dal fango. Una volta che depone l’uovo, il padre condivide la responsabilità di incubare l’uovo, mentre si alternano seduti sul nido per uguali periodi di tempo. Una volta nato il figlio, mamma e papà condividono equamente tutti i doveri dei genitori. I padri di rane e rospi sono esseri molto delicati.
Alcune rane maschio tengono i loro girini in bocca fino a quando sono in grado di farcela da soli. C’è poi una specie di rana, chiamata «rana a marsupio», il cui maschio porta i suoi discendenti in una tasca sulla pancia proprio come fanno i canguri o gli opossum. I cavallucci marini maschi vanno forse al di là di tutti, quando si tratta di genitorialità: sono una delle poche specie, nel regno animale, conosciute per la gravidanza maschile! Esatto, le mamme depositano le loro uova nella «busta» del cavalluccio marino maschio, quindi le feconda e le fa incubare per 45 giorni fino a quando non nascono come veri e propri ippocampi. Ultimo ma non ultimo, il papà del pinguino imperatore che, mentre la madre è in mare a caccia di cibo, tiene caldo l’uovo, deposto dalla femmina, sotto il ventre, senza mangiare né muoversi per due lunghi mesi, affinché non sia esposto al freddo e al vento antartico che farebbero morire il pulcino che vi sta crescendo all’interno.