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 2020  maggio 17 Domenica calendario

La guerra dei narcos (e quella dei blurb)

Il sale della terra di Jeanine Cummins vanta blurb prestigiosi. I blurb sono le frasette elogiative di un libro strillate su fascette, copertine, ecc. Nacquero per assicurare che il libro blurbato era the sensation of the year. Essendo, modestamente, uno dei più grandi produttori mondiali di blurb, li leggo sempre per tenermi aggiornato sulla concorrenza (la battaglia tra blurbisti è una delle più agguerrite sui banchi delle librerie). Tra i blurb intonati a Il sale della terra spicca quello di Don Winslow, maestro del genere narcos a cui il libro appartiene in pieno. Scrive Winslow: «Crudo ma anche delicato, realistico eppure ottimista, grandioso». Il secondo blurb è di John Grisham: «È da molto tempo che non giravo le pagine così veloce... Il suo viaggio è una testimonianza del potere della paura e della speranza». Il terzo lo firma Tracy Chevalier: «Una lettura fondamentale per i nostri tempi». Come blurb li trovo un po’ loffi. Più vivace è quello di Stephen King (produttore probabilmente leader nel settore) che baldanzosamente propone un test: «Sfido chiunque a leggere le prime sette pagine di questo libro e a non finirlo». La sfida lanciata da King l’ho vinta a mani basse. Perché lette le prime sette pagine del Sale della terra (i narcos uccidono un prode giornalista e tutta la sua famiglia a eccezione di moglie e figlio), avrei chiuso più che volentieri il libro. Sono sette pagine «telefonate», come i vecchi cronisti sportivi chiamavano i tiri in porta fiacchi e prevedibili. Abbiamo già dato. Per deontologia professionale, ho seguito i due superstiti nella loro fuga on the road braccati dai narcos. La narrazione è lenta, prolissa; il figlio del giornalista martire è un insopportabile nerd. C’è anche un attorcinamento sentimentale (marca Winslow) attaccato con lo sputo e una citazione da Márquez abusiva come un parcheggio. Insomma il mio blurb personale è: «Questo libro non è the sensation of the year».