Corriere della Sera, 17 maggio 2020
Cosa svela la sentenza della Corte tedesca
La Corte costituzionale tedesca non ha espressamente dichiarato illegale la sentenza con cui la Corte di Giustizia europea autorizzava la Bce (Banca Centrale Europea) ad acquistare i buoni del Tesoro emessi da altre banche centrali. La Bce continuerà a praticare la politica finanziaria che è nota come «quantitative easing» da quando, nel 2012, il suo presidente (Mario Draghi) annunciò che avrebbe fatto, per proteggere l’euro, tutto ciò che era necessario. La Corte tedesca ha chiesto chiarimenti lasciando porte socchiuse che permetterebbero alla Bce di continuare a operare nello stesso modo. Ma ha usato un argomento che non è possibile ignorare. Ci ha detto che le sentenze della Corte di giustizia europea sarebbero indiscutibili soltanto se l’Ue fosse una Federazione, come gli Stati Uniti e la Bundesrepublik dove le norme del potere centrale contano più di quelle degli Stati e dei Länder. Ma oggi, nonostante l’esistenza di un Mercato Unico, l’Ue è ancora una confederazione, vale a dire una istituzione in cui la sovranità, quando vengono in discussione questione d’ordine costituzionale, appartiene collegialmente a tutti i suoi membri.
Lo sapevamo, naturalmente, ma ci confortavano le parole di Jean Monnet, nel 1976: «L’Europa si farà attraverso le crisi, e sarà costituita dalla sommatoria delle soluzioni che saranno date a queste crisi». Eravamo convinti che saremmo stati capaci di continuare ad accumulare lungo la strada un patrimonio federale sino al giorno in cui avremmo potuto chiamarci Stati Uniti d’Europa. Ma la macchina ha cominciato a incepparsi con l’ingresso della Gran Bretagna e ancora più pericolosamente nel 2004 quando abbiamo ceduto alle pressioni di due Paesi (Germania e Gran Bretagna) che insistevano per aprire le porte della Unione Europea agli ex satelliti della Unione Sovietica. La natura confederale dell’Unione Europea si è accentuata e, come ha ricordato Riccardo Perissich in un suo recente commento, di questa tendenza potrebbero approfittare, per sottrarsi ai principi democratici dell’Ue, Paesi come l’Ungheria e la Polonia.
Esiste un altro problema, forse ancora più serio. Queste considerazioni sul carattere confederale della Unione Europea, sempre più frequenti in Germania, sembrano rivelare l’esistenza di un sovranismo germanico. Il fenomeno coincide con l’ingresso sulla scena politica tedesca di un partito (Alternative für Deutschland) che non nasconde il suo nazionalismo, macchiato da qualche nostalgica simpatia per il passato del Paese. Ed è confermato dalla freddezza con cui il governo tedesco ha trattato le proposte del presidente francese che darebbero all’Ue un profilo più esplicitamente federale.