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 2020  maggio 13 Mercoledì calendario

Periscopio

Poi li fa uccidere nel più semplice dei modi, col solletico. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Einaudi, 1978.
A Napoli, per combattere il degrado di Scampia, si sta abbattendo un altro dei suoi enormi palazzi, detti le Vele. I politici hanno infatti stabilito che la delinquenza che dà fama televisiva al quartiere sia frutto di quei mostri architettonici. In origine, i mastodonti erano 7. Forma a vela latina (da cui il nome), centinaia di famiglie alloggiate. Costruiti tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso, erano modello di edilizia sovvenzionata ma caddero presto in balia della malavita. Così, a partire dal 1997, con il sindaco diessino Antonio Bassolino, cominciò l’abbattimento delle Vele, con l’obiettivo di stroncare la camorra. L’ultima Vela distrutta, con comica gioia del sindaco Luigi De Magistris, è la quarta. Due altre sono condannate alla stessa fine, mentre l’ultima Vela resterà a testimonianza di una stagione architettonica. Giancarlo Perna. LaVerità.

L’ex senatore Giulio Nardi non parlava mai male di un nemico, lasciandogli intendere che avrebbe potuto, prima o poi, diventare amico. In questo modo ha attraversato la lunga era democristiana e la Seconda repubblica. Mai sul palcoscenico a esibirsi; sempre dietro le quinte a reggere i fili. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Un vero giornale dovrebbe fare di tutto per rendersi autorevole, soprattutto unico, riconoscibile con articoli esperti. Nei blog è il contrario, il giornalismo diventa ora amatoriale, anonimo. Un collage di rumori e fango. L’esito è un fiume di notizie contraddittorie. Geminello Alvi, Il capitalismo. Marsilio, 2011.

Il buonista è un simulatore, un furbo di sette cotte, che vuole impadronirsi delle leve e delle levette del potere, palese e occulto, lottizzare il lottizzabile nello Stato e nel Parastato. Lo riconosci perché non ti guarda in faccia e ti dà la precedenza per meglio pugnalarti alle spalle. Viscido come una medusa, sfuggente come un’anguilla, versipelle come un camaleonte, ma astuto come una faina, il buonista è una calamità nazionale. Roberto Gervaso, Italiani pecore anarchiche. Mondadori, 2003.

Penso alla poesia come alla sobria preghiera della sera. Come la remissione del peccato di mediocrità. La sciatteria va bene nella vita. Nella poesia occorre avere rispetto della forma e dell’intelligenza di chi legge. Non bisogna mai rassegnarsi alla facilità. Eugenio De Signoribus, poeta (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Il mio primo marito, il dantista Vittorio Sermonti, era giornalista all’Unità. In famiglia, ovviamente, non erano contenti, inutile dirlo. Lo conobbi grazie al critico letterario Cesare Garboli, per lunghissimo tempo un grande amore di mia madre. Prima d’incontrare Vittorio, non capivo nulla di Dante. È stato un ottimo padre. Samaritana Rattazzi, figlia di Susanna Agnelli (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Il più grande dei sovrani è quello che lascia come successore un sovrano più grande di lui. È con questa argomentazione condotta, ma nemmeno troppo, sul filo del paradosso, che Erasmo da Rotterdam apriva, nel 1516, l’lnstitutio principis christiani, luminoso trattato di teoria, o meglio di etica politica, dedicato al giovane Carlo d’Asburgo. Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2017.

A Roma Termini il controllore, che era della sezione Pci di Quarticciolo e lo conosceva, gli ricordò che il rapido a Reggio Emilia non fermava: «Ma non ci pensi. Avverto il capotreno, si fa una fermata di servizio. Lei stia pronto…». Ferrarini si arrabbiò. «Scherzate? Non si ferma un treno per un individuo. Fosse anche il compagno Krusciov, mi spiego?». Prese il rapido e cambiò a Bologna. Qui, il Nord lo ricevette con la nebbia, senza fargli piacere; quella sua nebbia che di solito ne pativa la voglia e sarebbe tornato su anche solo per ritrovarla. Guido Morselli, Il comunista. Bompiani, 1976.

Avevo in programma un evento speciale allo stadio Franchi di Firenze, il 30 maggio, e poi concerti in giro per l’Europa, e invece non se ne farà nulla, ma non è per me stessa che ho voglia di protestare, bensì per tutta la musica. Gianna Nannini, cantante (Gino Castaldo). la Repubblica.

In Usa licenziare in situazioni tipo il Covid è la norma, non ci pensano due volte. Per fortuna da noi abbiamo una forma mentis completamente diversa: per questo dico e ripeto che la mia priorità è stata garantire lo stipendio di chi lavora con me. L’azienda sono loro, sono essenziali adesso più che mai. Per utili, dividendi e compagnia bella ci sarà tempo. Brunello Cucinelli, industriale della moda (Serena Tibaldi). la Repubblica.

Esco con guanti e mascherine, mi lavo le mani, ma non sono ossessivo. Sento, piuttosto, una enorme angoscia sociale. In Campania, turismo, cultura, enogastronomia hanno avuto un decennio da tutto esaurito e ora usciranno da questa crisi con le ossa rotte. Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano (Candida Morvillo). Corsera.

Ma ai segni nella notte ci si aggrappa, e già mi pare di vedere, verso Natale, le code di turisti dietro alla guida, in piazza Duomo, e i tranvieri che smoccolano perché intanto è venuto il verde del semaforo. (Forse però, al prossimo Natale, anche degli ingorghi i tranvieri milanesi saranno contenti). Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.

Abbasserò i prezzi, perché la verità è che le persone non avranno più la possibilità di spendere che avevano prima. Quindi al posto di 120, 130 e 150 euro farò menù degustazione da 70, 80, 90 euro. Una riduzione del 40%. Il servizio sarà più snello e le cotture più tradizionali. Torneremo alla padella, perché voglio eliminare il 50% della plastica: quindi niente più bassa temperatura, niente più sacchetti per il sottovuoto. La sfida sarà fare avanguardia con gli strumenti di base. Viviana Varese, chef del ristorante Viva, una stella Michelin, dentro Eataly Smeraldo, a Milano (Alessandra Dal Monte). Corsera.

Alberto Arbasino era uno dei pochi italiani che poteva vantare un’autentica mise internazionale. Una volta ero a Nizza e lui arrivò al volante di una fiammeggiante MG decappottabile. Ero con Mary McCarthy, ci fece segno di salire. Andammo in direzione di Saint-Tropez, scappavamo felici da un noiosissimo convegno di editori. Gaia Servadio (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Anche io sono passato per un divorzio: secondo me andare in terapia di coppia è un errore madornale, perché non c’è tensione, drammaticità, o vero confronto. Nick Hornby, scrittore (Antonello Guerrera). la Repubblica.

La sofferenza ti dà quello che il piacere ti toglie. Roberto Gervaso. Il Giornale.