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 2020  maggio 13 Mercoledì calendario

I cinesi di Faw investono 1 miliardo in Emilia

Il principale costruttore automobilistico cinese sceglie l’Italia per il suo primo sbarco all’estero. Il gruppo statale Faw, in tandem con la start-up specializzata in ingegneria e design Silk Ev, annunciano oggi che sono pronti a investire in Emilia-Romagna oltre un miliardo di euro per la progettazione, ingegnerizzazione e produzione di vetture di alta gamma elettriche e plug-in, sportive e supersportive comprese. La formalizzazione dell’iniziativa è attesa stamattina con una cerimonia online alla quale partecipano Manlio Di Stefano (sottosegretario agli Esteri), Vincenzo Colla (assessore allo sviluppo Economico dell’Emilia-Romagna) e una serie di autorità cinesi. 
Il progetto di una sorta di Tesla a targa cinese nella Motor Valley emiliana ha il potenziale per creare migliaia di posti di lavoro: l’idea che filtra è di concentrare nel distretto sia un Centro di Innovazione/ricerca e sviluppo e uno di design sia le attività produttive. Per la localizzazione specifica della nuova fabbrica di vetture a emissioni zero o ibride, è verosimile che ci vorranno non pochi mesi, con l’avvio della costruzione ipotizzabile non prima dell’anno prossimo inoltrato. In parallelo, proseguiranno i negoziati con le autorità italiane competenti per le facilitazioni all’investimento.
In prospettiva, le vetture saranno prodotte in Italia per il mercato globale, non solo quello europeo. Alcuni modelli saranno realizzati solo in Italia e potranno essere esportati anche in Cina.
Le due società hanno annunciato un accordo il 23 aprile che copre le future attività congiunte in Cina e all’estero. Il piano è quello di riprodurre in una base all’estero il progetto appena decollato in Cina. Dopo aver completato a marzo una espansione delle strutture produttive esistenti a Changchun, Faw ha avviato il 17 aprile nelle vicinanze del capoluogo del Jilin la costruzione di una nuova fabbrica per il suo marchio premium Hongqi, che dovrebbe iniziare la produzione nel 2022 con una capacità fino a 200mila vetture l’anno, al costo di un miliardo di euro, più 350 milioni per un centro di innovazione e test. L’investimento in Italia sarebbe dunque parallelo e di dimensioni e caratteristiche simili. 
Sulla strategia di brand, le discussioni sarebbero in corso: sembra che sia in esame la possibilità di lanciare dall’Italia un nuovo marchio per i mercati internazionali. Hongqi è una sorta di simbolo della Cina: significa “Bandiera Rossa” e dalla fine degli anni ’50 si identifica con le grandi limousine dei dirigenti del partito e dello Stato. Una crescita esponenziale di questo storico marchio – che fino al 2018 aveva solo due modelli in catalogo – in direzione dell’alto di gamma a forti connotazioni sportive e eco-friendly è fondamentale nelle nuove strategie del gruppo, ma non è detto che questo brand sia il migliore possibile fuori dai confini nazionali. Già nel primo trimestre di quest’anno, segnato dai problemi causati dall’epidemia da cui il gruppo è sostanzialmente uscito già agli inizi di marzo, Hongqi ha aumentato le vendite dell’88% rispetto a un anno prima a 25mila unità. 
Resta da chiedersi perché un grande gruppo come Faw dovrebbe aver bisogno di entrare in joint venture con una start-up come Silk Ev, fondata solo l’anno scorso. Una risposta che filtra è che, se in Cina Faw è un colosso, per l’avvio dell’espansione internazionale debba guardare a competenze esterne che facciano da collettore di talenti. Così come sono stati considerati l’eccellenza ingegneristica e il posizionamento dell’Italia nei segmenti lusso e sport per decidere di investire in Emilia. Silk Ev fa capo a Jonathan Krane, veterano dell’Asia e Ceo di KraneShares – società di gestioni che opera sul mercato cinese dei fondi – la cui quota di maggioranza risulta passata alla banca d’investimento cinese CICC. Silk Ev ha sede formale negli Usa presso Krane e dichiara attività operative in Cina e in Italia, dove è ospitata nel palazzo della multinazionale austriaca Avl a Cavriago (Reggio Emilia).