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 2020  maggio 12 Martedì calendario

Storia dei terremoti a Roma

Una lapide sul Colosseo ricorda che i terremoti possono essere devastanti anche nella Città Eterna. Era il 9 settembre 1349, guarda caso in piena «Peste nera», quando gli effetti di una scossa stimata nell’8° Richter nell’Appennino laziale-abruzzese cancellò per sempre una parte della facciata dell’Anfiteatro Flavio. 
Nel corso dei secoli ce ne sono state parecchie altre, le ultime due di una certa intensità (6-7°) nel 1915 e nel 1927. Il resto è storia recente, con i terremoti in Irpinia (1980), Valnerina (1997), L’Aquila (2009) e Amatrice (2016) avvertiti nella Capitale. Ma oltre che di rimbalzo, anche il territorio di Roma e provincia è stato interessato direttamente da eventi tellurici, di intensità bassa o media. Come quello all’alba di ieri che ha terrorizzato mezza città, magnitudo 3.3 a dieci chilometri e mezzo di profondità e a cinque dall’abitato di Fonte Nuova e Monterotondo, fra Salaria e Nomentana. Nessun danno, tanta paura, social impazziti. 
Un colpo secco, pochi secondi, preceduti da un boato confuso con i tuoni del temporale. Poi il silenzio. Proprio l’11 maggio, lo stesso giorno in cui 9 anni fa, secondo una profezia-bufala, Roma sarebbe dovuta essere rasa al suolo. Allora due romani su dieci, temendo il peggio, non andarono al lavoro. «Roma non è asismica – spiega Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia —, ha una pericolosità più bassa del resto dell’Appennino, ma non ha di sicuro un’edilizia anti-sismica. Perché dal 3° si arrivi al 5° ci vuole poco, uno scarto di centimetri sul sismografo. Ci sono faglie attive anche in centro, basti pensare alla scossa di qualche anno fa con epicentro sotto Castel Sant’Angelo. Il terremoto di ieri ha interessato una faglia trascorrente, quindi verticale, con un movimento orizzontale da entrambi i lati. Si è sentito tanto perché la crosta è sottile ed è stata una scossa superficiale». Ma quello che preoccupa è il fatto che «nei pressi di Roma i dati gps rivelano un’estensione in atto fra Fiumicino e Castel Madama (Tivoli): un millimetro e mezzo all’anno, in un secolo 10-12 centimetri. Quindi è ipotizzabile una scossa capace di fare danni. Serve più vigilanza».