Corriere della Sera, 12 maggio 2020
Chi era Aisha, il nome scelto da Silvia
Aisha significa «viva». È il nome della sposa più amata di Maometto dopo la morte della prima moglie Khadija. Era figlia di Abu Bakr, uno dei compagni del Profeta e primo califfo dell’Islam. L’età del fidanzamento (a 6 o forse 9 anni) è oggetto di dibattito e non è chiaro se il rapporto sia stato consumato quando raggiunse la pubertà. Era una donna influente: quasi un sesto di tutti gli hadith «attendibili» sono ricondotti a lei. Fungeva da leader politica, lo accompagnava a dorso di cammello che andasse in battaglia o a negoziare trattati. Era la sola persona che poteva rispondergli a tono. L’antagonismo tra le fazioni di Aisha e Ali, cugino e genero del Profeta, segnò le divisioni tra sunniti e sciiti. Oggi è citata da fronti opposti: c’è chi si richiama a lei per difendere la pratica delle spose bambine, ma è stata anche simbolo delle femministe saudite che rivendicavano il diritto a condurre l’auto come lei «guidava» il cammello.