ItaliaOggi, 12 maggio 2020
Big Data, il 55% non viene utilizzato
Ci spiano… C’è preoccupazione per i dati raccolti su di noi dalle aziende con cui veniamo in contatto online, ma anche dai nostri datori di lavoro, tutto ciò senza parlare dei governi, degli operatori dei social ed altri. Il fatto è che li stiamo sopravvalutando. Raccolgono i dati, questo sì, ma diventa sempre più chiaro che spesso non sanno bene né perché né cosa farsene. Una ricerca recente della Splunk, una società specializzata nel data mining, rivela che, nella maggior parte dei casi, le informazioni così ossessivamente hooverate dalle organizzazioni non servono a niente. Secondo la loro analisi, a livello mondiale, dei dati immagazzinati il 55% non verrebbe mai utilizzato.
Un altro operatore del settore, la Lucidworks, stima che le aziende analizzino attivamente solo il 10% dei dati che raccolgono. E sono tanti: secondo la società, circa 7,5 septilioni di gigabytes (7.700.000.000.000.000.000.000) di dati nuovi vengono generati nel mondo ogni giorno e la fetta maggiore è destinata a rimanere «dark data», dati conservati che comunque non hanno alcun utilizzo.
Un sondaggio condotto dalla Gemalto, una controllata del gruppo Thales, rivela che solo il 54% degli alti dirigenti d’azienda interpellati sa dire dove la propria società conserva i dati sensibili raccolti in mezzo all’incredibile massa di ciarpame informatico accumulata ogni giorno.
Il fenomeno non è distribuito equamente nel mondo. Secondo la ricerca Splunk per esempio, i più confusi in assoluto sono i francesi. In Francia, il 42% delle aziende ammette di utilizzare meno di un quarto dei dati raccolti. Seguono (al 36%) gli americani, la cui capacità tecnologica di raccogliere informazioni supera di gran lunga l’abilità di farci qualcosa di utile.
Manca una spiegazione del perché le aziende si comportino così. L’atteggiamento, almeno per ora, somiglia a quello della nonna che non riesce a buttare i mozziconi delle matite o un pezzetto di spago perché, chissà, potrebbero tornare utili. Consola però sapere che in tanti casi quei dati su di noi non servono a nulla.