ItaliaOggi, 12 maggio 2020
Periscopio
Per Dario Gianese, qualsiasi esperto era un venduto, qualsiasi giornalista un servo, qualsiasi banchiere un ladro. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
Mio figlio Giorgio, che ha vent’anni, vive qui a Parigi dall’altra parte del cortile. Ci salutiamo all’italiana, sbracciandoci, ogni mattina. La sera giochiamo a scacchi al computer. Come a battaglia navale: la torre in d4, il cavallo in d9. Vince quasi sempre lui. Una partita dura due ore, e ci sono molti spazi vuoti. C’è tempo per riflettere, e per discutere. Renzo Piano, architetto e senatore (Aldo Cazzullo). Corsera.
Ho sofferto la balbuzie e credo in una forma che ha determinato una certa infelicità adolescenziale. Gian Arturo Ferrari, editore (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Gli Stati Uniti stanno diventando per il mondo un problema. Noi siamo abituati a vedere in essi una soluzione. Garanti della libertà politica e dell’ordine economico durante un mezzo secolo, essi appaiono sempre più come un fattore di disordine internazionale che determina, laddove essi possono, l’incertezza e il conflitto. Emmanuel Todd, Après l’empire (Dopo l’impero). Gallimard, 2002.
La gente ha preso coscienza che molti degli orizzonti sventolati erano immaginari: l’abolizione della povertà, la riduzione della disoccupazione. Tutte cose che facevano ridere già allora. Erano gli slogan dei populisti. Il populismo ha fatto bere la cicuta agli italiani facendo creder loro che era un crodino. Rino Formica, 93 anni, ex ministro delle finanze, socialista (Concetto Vecchio). la Repubblica.
Dopo il colpo di stato di Lenin, nelle fabbriche sovietiche gli ingegneri e i contabili, in quanto borghesi ineguali, vennero fatti fuori. Fu la rovina dell’industria, un aggravarsi dei difetti delle locomotive, vagoni e materiale rotabile. Provocò quella carestia per cui morirono più persone che in tutta la guerra mondiale, derivò dai consigli degli uguali. Geminello Alvi, Il capitalismo. Marsilio, 2011.
Di nuovo, i singoli Stati sono soli mentre tace impotente il gran falansterio europeo. Dov’è allora quella moltiplicazione di forze e di opportunità di cui cianciano Sergio Mattarella e gli altri corifei dell’Ue che, con pifferi e tamburi, esaltano la superiorità dell’Unione sulle fragili nazioni? Che vale dire che in un mondo di giganti (Usa, Cina ecc.) la costruzione europea è una necessità, se poi è comunque assente in ciò che è vitale? Giancarlo Perna. LaVerità.
Io alla mia età, anche quando fuori si poteva andare a fare footing, stavo a casa. Il giorno uscivo per fare la spesa, perché è un mio divertimento e alla sera per andare alla Scala o a casa di amici. Per il resto, ero e sono sempre qui, seduta davanti al mio computer a leggere quel che c’è scritto e a scrivere. La mia vita è cambiata poco. Natalia Aspesi, giornalista (Giuseppe Fantasia). Huffington Post.
Il sistema legale francese che è quasi simile a quello italiano ha però una differenza: nessun procuratore può muoversi se non autorizzato da un giudice di istruzione che chiede ai magistrati che accusano: «Tu le prove le hai? Per far durare il processo velocemente, tre giorni? Ed avere così una risoluzione chiara? No!? Allora non disturbare il cittadino!». Edward Luttwak (Antonio Amorosi). Affari italiani.
Mia madre era una donna di grande fede. Quando mio fratello Mariano, secondogenito, morì a 33 anni, e le diedi la notizia, rivolgendosi a un quadro della Madonna di Pompei, disse piangendo: «Non ti capisco, ma te lo affido». Quella testimonianza ci ha accompagnato in tanti altri momenti tragici. Paolo Cirino Pomicino, ex ministro Dc (Maurizio Caversan). la Verità.
Vengo da un mondo, quello contadino. Sono andato in un altro mondo, quello urbano. Qui tutto è meraviglioso, è diverso. Eccitante e sorprendente, tutto è ispirativo dunque. Ferdinando Camon, scrittore (Luca Pavanel). il Giornale.
Non ha avuto dubbi il regista: la parte di Antonio Ligabue era, da subito, pensata per Elio Germano, che non ha mai fatto un ricorso così evidente al trucco prostetico, eseguito da Lorenzo Tamburini, che aveva già trasformato Favino nel Tommaso Buscetta di Bellocchio. Ma non si era pensato subito a un intervento così radicale, per non dire del gozzo, quasi un bargiglio. Paola Zanuttini. il venerdì.
A Roma c’è un silenzio tale che, da via Agonale, senti già lo scrosciare delle fontane. Piazza Navona ti si spalanca davanti, deserta, più vasta di quanto la ricordi, in una mattina di sole incerto. Suonano, alle otto, campane vicine e lontane. Poi silenzio, ancora: rotto solo dalle risate irridenti dei gabbiani che volano bassi, della piazza padroni. Questa domenica mi resterà indimenticabile nella memoria. Ma più di tutto me ne rimarrà il silenzio: l’incredibile, irreale silenzio di Roma. Una città immobile come dentro un incantesimo: dolorosa nelle sue strade vuote, ma splendida, più che mai. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.
Sono siciliano. E mi capita che mi chiedano se sono israeliano o palestinese, «date le inflessioni», spiegano. Io chiarisco sempre che sono inflessioni mediterranee. Non scrivo in siciliano, ma la Sicilia agisce. Salvatore Sciarrino, compositore siciliano (Piera Anna Franini). Il Giornale.
Pio XII si era soffermato sulla tomba di un cristiano chiamato Istatilio, riconoscibile dal cristogramma con la X e la P dell’alfabeto greco sovrapposte. L’iscrizione latina recita: «È andato d’accordo con tutti e non ha mai causato litigi». Il Papa ha commentato: «È un bel programma di vita». Pietro Zander, archeologo vaticano (Stefano Lorenzetto, scrittore). Corsera.
La natura è innocente perché la natura non è responsabile di ciò che fa. Ogni tanto si scrolla di dosso gli uomini e li stermina sbadatamente. Passa per essere colpevole. Diciamo: «La montagna assassina» quando qualche alpinista cade in un crepaccio. In questi giorni, ho sentito dire in televisione: «Ah, la natura matrigna». Capitava anche a Giacomo Leopardi di sbagliare. Perché considerare la natura matrigna significa presupporre che la natura possa essere anche madre. Dunque, buona, accogliente, disponibile. Invece, la natura se ne frega semplicemente di noi, dei nostri legami di parentela, delle costruzioni culturali che noi facciamo intorno a essa. È sovranamente indifferente. Un virus passa dagli animali agli uomini e il mondo si deve fermare. Non c’è un piano, una ragione, un’intenzione. È così e basta. Walter Siti, scrittore (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
Niente fa meglio alla salute della salute. Roberto Gervaso. Il Giornale.