Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  maggio 12 Martedì calendario

Nuova invasione di cavallette in Sardegna

Ad un anno di distanza torna l’incubo delle cavallette nelle campagne del Nuorese. Quest’anno le voracissime lucuste hanno invaso i territori dei comuni di Ottana, Bolotana, Orotelli e Orani, divorando i foraggi, ma anche l’erba medica e le colture orticole, causando danno incalcolabili alle campagne. Un anno fa, tra fine maggio e i primi di giugno, le locuste invasero gli stessi territori ( Valle del Tirso), su una superficie di 2 mila e 500 ettari, prendendo d’assalto tutti i raccolti, in special modo le colture foraggere indispensabili per sfamare il bestiame. E quest’anno, si ripete. Da quì il grido d’allarme della Coldiretti della Sardegna. «È già da dieci giorni che i terreni dei nostri agricoltori sono preda delle cavallette – spiega il presidente della Coldiretti Nuoro-Ogliastra Alessandro Serra – e oltre ai paesi vicino alla valle del Tirso quest’anno sta colpendo anche la bassa Ogliastra e qualche paese del Sarcidano». Secondo Salis, «le cavallette sono tornate in questi territori per via dei mutamenti climatici, cioè alternanza di stagioni siccitose e altre particolarmente piovose. Ma il problema si è riproposto in quanto i terreni, in special modo quelli destinati a pascolo, non sono stati dissodati e quindi le voracissime locuste vi hanno potuto depositare le uova».
«Lo scorso anno avevamo chiesto un aiuto alla Regione per il dissodamento dei terreni in estate e primo autunno ma purtroppo non è stato fatto niente – conclude – Né potevamo trattare i terreni con antiparassitari che inquinano molto, in piena pandemia. L’unica cosa da fare ora è procedere al dissodamento dei terreni con tempestività».