Il Sole 24 Ore, 10 maggio 2020
I grattacieli della finanza restano deserti
I giganti di vetro di UniCredit, Generali, Allianz, Intesa Sanpaolo, Bnl sono stati i primi a svuotarsi in questa emergenza sanitaria. Già nelle due settimane prima del lockdown dell’8 marzo, comitati di rischio e amministratori hanno deciso di far lavorare da remoto più persone possibile. Generali ha addirittura costituito la sua task force anti Covid già in gennaio. Ancora oggi al calar della luce, le facciate di vetro assumono l’insolita sembianza della pelliccia del leopardo. Solo qualche luce qua e là a interrompere il buio. Rarissimi i flash dei velocissimi ascensori panoramici che rappresentano, oggi, uno dei temi critici. Qualche numero della fase 1. Nella torre di Intesa Sanpaolo a Torino, delle 2mila persone che normalmente la occupano, solo il 6% era presente durante le settimane passate. Nelle torri di UniCredit, in piazza Gae Aulenti, a Milano, in tempi normali lavoravano più di 3.700 persone: in fase 1 sono state meno del 10%. Nella Diamond Tower di Bnl, in Porta Nuova, su 2mila persone normalmente presenti ce ne erano 100. A Citylife, dove lunedì scorso sono ripresi i lavori del cantiere della torre di PwC, se possibile l’approccio è stato ancora più intransigente. Nella torre Allianz delle 2.800 persone che normalmente ci lavorano, ne sono rimaste il 2%. In Generali su 2mila, il 95% ha lavorato da remoto.
Il rientro
E adesso cosa ne sarà di questa avanguardia architettonica che ha trasformato lo skyline di molte città, in primis di Milano con la sua Porta Nuova e la sua Citylife? Ci si tornerà, certo, ma non come prima. I giganti di vetro cominceranno a ripopolarsi nelle prossime settimane. Non c’è nessuno, però, che immagina una presenza oltre il 30% del normale. Le regole per entrare sono ferree: dai tappeti disinfettanti per le suole delle scarpe, all’obbligo di mascherina, al lunch box alla scrivania, agli ascensori programmati solo per accedere al proprio piano tramite badge. Gli ascensori, già. Strumenti essenziali per chi fino a poche settimane fa ha lavorato guardando il mondo dall’alto: ci si poteva salire anche 20 alla volta grazie alle loro dimensioni molto generose. Oggi non più. Si devono rispettare le distanze, al massimo 4 alla volta, disponendosi agli angoli. Lo smart working che ha connotato il Dna della finanza oggi sembra essere una via senza ritorno, dopo che si è rivelato lo strumento capace di garantire l’operatività in una fase di emergenza inedita. Se prendiamo il credito, negli uffici direzionali e nel back office hanno lavorato in questa modalità tra il 60 e il 70% dei bancari. Le fasce orarie di ingresso e uscita sono già state estese da un accordo Abi-sindacati, dalle 7 alle 19.30 per evitare assembramenti.
La salute prima di tutto
C’è un’attenzione alla salute dei lavoratori molto forte che è stata esemplificata nei giorni scorsi dalle parole del ceo di UniCredit, Jean Pierre Mustier. In una lettera ai dipendenti in previsione della graduale riapertura delle filiali e delle sedi il manager ha spiegato che «se per qualsiasi motivo non vi sentiste a vostro agio con questa possibilità, per favore spiegate la situazione al vostro manager. Valuteremo insieme tutte le opzioni possibili per farvi continuare a lavorare da remoto, con modalità flessibili e/o permessi retribuiti». In Bnl il rientro inizierà gradualmente dal 18 maggio, fino a una percentuale tra il 25 e il 30%. Per garantire l’occupazione degli spazi fino al 33% di quelli disponibili la presenza in sede si alternerà con lo smart working per team. L’accesso e l’uscita sono separate e diametralmente opposte rispetto al building. In Intesa si parte con il 20% e si proseguirà gradualmente fino al 50%, in Allianz smart working massivo fino a fine maggio. Per Generali Italia, il piano annunciato a tutti i dipendenti dal ceo Marco Sesana, con Gianluca Perin, direttore risorse umane e organizzazione e il coo David Cis, prevede che lo smart working sarà ancora la modalità ordinaria del lavoro. L’occupazione degli spazi delle sedi non sarà superiore al 30-50%.
Ascensori sconsigliati. Si entra al massimo in quattro alla volta
I piani di rientro oltre a essere improntati alla massima cautela, sfruttano la tecnologia disponibile per rendere più sicura possibile la presenza in sede. È chiaro che nulla sarà più come prima e ci sarà molta meno “libertà” di muoversi tra i piani, di fare la pausa sigaretta, la pausa caffè, il lunch. Per dire, in Allianz la compagnia ha riprogrammato gli ascensori in modo che nessuno debba toccare nulla: sfiorando il badge sulla fotocellula l’ascensore porterà il lavoratore solo al proprio piano, senza dover toccare nessuna tastiera. All’interno bisognerà sempre mantenere il distanziamento. In Intesa Sanpaolo gli ascensori in generale sono sconsigliati, ma nella torre di Torino dove è impossibile non farvi ricorso, date le dimensioni molto generose, in ascensore ci si potrà entrare in 4 al massimo, disponendosi, appunto, ai quattro angoli, dotati di mascherina. Da evitare e ridurre al minimo anche in Bnl gli spostamenti tra i piani e tra i settori. Anche in UniCredit le persone non dovranno spostarsi da un piano all’altro nei grandi stabili come la torre di Gae Aulenti.
Tutti in mascherina e check in medico all’ingresso
Secondo le Golden rules di UniCredit, le mascherine saranno fornite dal gruppo e dovranno essere indossate obbligatoriamente durante tutta la giornata di lavoro, anche quando non si è in contatto diretto con i clienti. In Intesa la regola base è il distanziamento di almeno un metro, consigliati due metri ed è prescritto l’uso delle mascherine fornite dalla banca dove non può essere garantita la distanza, come nei corridoi, negli spostamenti, nei servizi igienici, negli ascensori. In Bnl ogni persona dovrà indossare correttamente la mascherina in tutti gli spazi della banca e per tutta la giornata lavorativa. Per Generali indossare la mascherina sarà obbligatorio in sede: all’entrata è prevista la distribuzione di un kit con i dispositivi di protezione individuale: mascherina, guanti monouso e gel igienizzante. Ma c’è di più. La compagnia ha sviluppato internamente una app, EmployeeUp, che prevede un check in all’ingresso per rilevare i dati relativi alle condizioni di salute del dipendente, da usare solo per fini medici. Lo stesso strumento consentirà anche l’organizzazione della vita all’interno dell’azienda: dalla scelta dei trasporti per recarsi al lavoro, all’orario di ingresso per evitare assembramenti, all’ordine del lunch box che sarà portato al piano del lavoratore, all’orario di uscita. Le mense o i ristoranti aziendali, per ora, rimangono chiusi, ma il servizio viene garantito per i pochi presenti. In Intesa Sanpaolo dove c’è stato un potenziamento delle aree break, sempre con distanziamento di 2 metri. In UniCredit il cibo deve essere portato sul luogo di lavoro da ogni singola persona e consumato alla propria scrivania.
Impianti di aerazione? No problem
L’assenza di finestre dei giganti di vetro è un altro dei temi critici che costringe a limitare le presenze in sede e a una manutenzione straordinaria anche degli impianti di condizionamento. Il grattacielo Intesa Sanpaolo ha un impianto di aerazione all’avanguardia con altissimi standard di ricambio d’aria che garantisce quanto previsto dalle linee guida ministeriali per il contrasto al Covid-19. Allianz ha settato il suo sugli standard più moderni e lo ha programmato per un ricambio d’aria costante. Bnl spiega che il sistema di aerazione del building è costituito da un impianto di ventilazione dotato di un filtraggio dell’aria che garantisce l’assenza del pulviscolo e aerosol che possono costituire il veicolo di trasporto di virus e batteri dall’esterno del fabbricato.