la Repubblica, 9 maggio 2020
Il decalogo per tornare a volare
Triage con test sierologici fuori dagli aeroporti. Elmi da Robocop per controllare la temperatura (a 7 metri di distanza) dei passeggeri. Tac ai bagagli per evitare perquisizioni manuali. Raggi ultravioletti per sanificare le vaschette alla security. E un’overdose di alta tecnologia per evitare assembramenti, velocizzare i controlli e gestire le code.
La pandemia si prepara a riscrivere il copione dei nostri viaggi in aereo. Le prime novità sono già visibili oggi: negli scali quasi vuoti (a Fiumicino passano 5mila persone al giorno contro le 180mila di un anno fa, a Malpensa poco meno di duemila) sono arrivati i termoscanner per misurare la febbre, c’è l’obbligo di mascherina, negozi e ristoranti sono chiusi e a terra – nei punti nevralgici come check in, security e imbarchi – sono stampati i segnali per rispettare il metro di distanza.
Enac e autorità europee stanno però mettendo a punto i protocolli anti-Covid per il futuro. Una serie di novità che cambierà radicalmente l’esperienza dentro gli aeroporti. «La prima cosa certa è che fino a quando si dovrà stare a un metro di distanza, si dovrà arrivare prima, perché per imbarcarsi ci vorrà più tempo», dice Alessandro Fidato, chief operating officer di Sea, che gestisce Malpensa e Linate.
Il primo stop ai passeggeri potrebbe arrivare prima dello scalo,ai check-point esterni (allo studio in qualche città) per i test sierologici. «È un’ottima soluzione per far entrare solo persone sterili – spiega Ivan Bassato, direttore operativo di Fiumicino –. Richiede 4-5 minuti ma ha due problemi: i test non certificati dall’Oms e la gestione dei positivi».
Tutti quelli che entrano o atterrano in aeroporto – ingressi e uscite saranno separati – dovranno misurare la temperatura con i termoscanner («si perdono 3-4 secondi», dice Bassato). Fiumicino ha anche in funzione tre elmetti hi-tech che fanno, a distanza, lo stesso lavoro.
Una volta all’interno il problema sarà il distanziamento. «Un metro di separazione riduce del 50 per cento la nostra capacità operativa», dicono in Adr. E non a caso la speranza è che le nuove regole siano flessibili, affidando a mascherine e misure di contenimento dei rischi la prevenzione. «Incoraggeremo tutti a farsi check-in ed etichette dei bagagli da casa per ridurre al minimo l’interazione con il personale e useremo il riconoscimento facciale per tagliare i controlli dei documenti», dice Fidato. Malpensa ha già pronte alcune misure taglia-tempi e anti-contagio: «Stiamo sperimentando una sanificazione continua con raggi Uv delle vaschette alla security, vigileremo con sensori sull’affollamento nei bagni, adotteremo ascensori a comandi vocali – snocciola Fidato – e siamo pronti per installare già in estate il controllo del bagaglio a mano con una sorta di Tac che consentirà di non estrarre acqua e pc».
Lo scalo meneghino farà a breve con lo studio One Works una simulazione dinamica sul campo della partenza di un volo Easyjet per capire come cambieranno imbarco e sbarco. «Difficile che gli aerei possano rimanere al suolo per i 25-35 minuti richiesti dalle low cost», dice Fidato. In media ci vorranno 20 minuti in più. Al gate si andrà in scaglioni più ridotti per avere meno code, si dovranno sanificare i jet. «Con il metro di distanziamento non potremo usare due imbarchi attigui e in ogni caso nei bus per raggiungere l’aereo avremo spazio per 15-18 persone invece che 50-80», conclude Bassato. Poi, finalmente, si salirà a bordo dove le aerolinee stanno lottando per poter riempire – con mascherina obbligatoria – tutti i posti. Sperando si possa tornare a viaggiare prima possibile.