Corriere della Sera, 7 maggio 2020
La pandemia vista da Silicon Valley
In giorni di virus, l’immenso numero di dati riguardanti lo sviluppo della pandemia nel mondo è diventato un argomento di conversazione come non era mai successo. Un’attenzione ai numeri spesso ansiogena, quasi sempre poco chiara. Non solo per i comuni cittadini ma per gli stessi scienziati. Un po’ per la disomogeneità della raccolta dei dati ma anche per il loro incredibile numero. La quantità d’informazioni rende la loro lettura meno semplice ma, se si riesce a compierla, enormemente più interessante e precisa. L’incrocio di Big Data e Intelligenza Artificiale è dunque diventato un territorio obbligatorio da percorrere se dell’attuale crisi si vorrà capire il più e il meglio possibile. Una piattaforma interessante, per ora probabilmente la più avanzata al mondo, per mettere assieme dati di ogni tipo riferiti alla pandemia e renderli confrontabili è stata sviluppata da C3.ai, società californiana fondata dal famoso imprenditore Tom Siebel. La piattaforma, aperta a tutti ma dedicata soprattutto ai ricercatori, si chiama C3.ai Covid-19 Data Lake. È appunto un lago di dati alimentato in tempo reale da numerose fonti, dati che poi vengono aggregati, resi omogenei e presentati in un’immagine che nel web può essere consultata e alla quale si possono apportare informazioni. Si può entrare dalla «porta» delle località in cui si sviluppa il coronavirus, oppure da molti altri ingressi, ad esempio le risorse terapeutiche nel mondo o lo stato di diversi tipi di ricerca. Un lago che si alimenta continuamente di dati, dai semplici numeri a testi complicati, da messaggi voce ai video: resi leggibili, omogenei e confrontabili. Secondo l’azienda, tipicamente il Data Lake riduce da tre ore a sette minuti il tempo che impiega un ricercatore a trovare, organizzare, rendere compatibili e alla fine analizzare i dati. Lanciata a fine aprile, la piattaforma ha ora 11 fonti da cui trae interi set di informazioni – dalla John Hopkins University all’Oms, dal New York Times al Milken Institute – e dal 15 maggio ne aggiungerà molte altre – tra le quali la Banca mondiale e la Protezione civile italiana. Almeno sul versante delle informazioni, della trasparenza, della collaborazione scientifica internazionale la leadership che nella crisi non svolge Washington la porta avanti Silicon Valley.