La Stampa, 7 maggio 2020
Uccise il padre, Alex potrà sostenere la maturità
Per la giustizia è un indiziato di omicidio. Per la gente che ha letto la sua storia sui giornali e si è commossa scrivendo messaggi su molti profili social, è una vittima di un dramma familiare e non merita il carcere. «Liberatelo, la sua è stata legittima difesa». «Ha sofferto tanto, non è giusto che stia in prigione». «Hanno lasciato andare i boss, ma lui sta dentro». Per il mondo della scuola è un giovane diciottenne meritevole di sostenere l’esame di maturità. Un’opportunità di riscatto, per ricominciare ad aver fiducia nella vita.
Scuote le coscienze la storia di Alex Pompa, il diciottenne torinese che ha ucciso il padre con 24 coltellate. Lo ha ucciso per difendere la madre da continue violenze domestiche. Ieri il ministero dell’Istruzione è intervenuto in modo ufficiale sulla sua vicenda. «Si stanno verificando le condizioni, già previste in casi analoghi, per consentire allo studente di svolgere l’Esame di Stato a giugno – si legge in una nota del Miur – Al contempo è stata anche avviata un’interlocuzione con le commissioni parlamentari competenti per aggiornarle sullo sviluppo della vicenda».
Alex studente residente a Collegno, alle porte di Torino, la notte del 30 aprile scorso ha ammazzato il papà Giuseppe Pompa, operaio di 52 anni, per proteggere la mamma. Per dichiarare l’ammissione alla maturità, l’iter dev’essere attivato dai legali del giovane, gli avvocati Carmela Laura Lipani e Marika Mazzola. Il collegio docenti dell’istituto alberghiero Prever di Pinerolo, comunque, non ha dubbi. «Alex deve poter sostenere l’Esame di Stato. È un ottimo studente, curioso e intelligente – dice il dirigente scolastico Rinaldo Merlone – Ha sempre seguito le lezioni e ci sono tutti gli elementi per ammetterlo. È un diritto garantito dalla Costituzione. A maggior ragione per la situazione in cui si trova, è giusto che si confronti con la realtà sociale e non resti isolato. È una condizione possibile, non vedo perché non dargli questa possibilità».
Per lui, la maturità, ha un significato profondo: riappropriarsi di un futuro che la situazione familiare gli ha negato. Adesso Alex, arrestato dai carabinieri, si trova recluso al carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Si trova in cella perché in preda alla collera ha ammazzato il papà accoltellandolo all’addome, alla schiena e al torace. Ha preso 4 coltelli dalla cucina, e si è scagliato contro di lui. «L’ho fatto per difendere mia mamma e mio fratello» ha spiegato al magistrato Fabio Scevola, che coordina le indagini. Con voce ferma, ha raccontato al pm anni di violenze, le mortificazioni che la madre era costretta a subire tra le mura domestiche. Frugando tra i ricordi, ha descritto un padre geloso in maniera ossessiva, spesso ubriaco: un «padre padrone» che invece di essere punto di riferimento era diventato un nemico.
Quel giorno quando la madre, Maria, commessa in Ipercoop, è tornata a casa dopo il lavoro, sono iniziate le urla. Giuseppe le rinfacciava di aver sorriso a un collega. Di non aver tenuto un comportamento «da brava moglie». Di aver permesso a quell’uomo di posarle la mano sulla spalla. Si è avvicinato a lei, premendole il cellulare sul volto. Il figlio ha cercato di farle da scudo, l’ha spinta in un’altra stanza. Ma, in quell’alloggio, non c’erano più mura che potessero metterli al riparo dalla rabbia e dalla gelosia cieca. Che portava l’uomo a chiamare la moglie anche una cinquantina di volte al giorno, a seguirla nel tragitto da casa a lavoro, a spiarla mentre era al supermercato.
Il suo dramma, Alex l’ha sempre tenuto chiuso in fondo al cuore. Convinto, forse, di poter badare da solo alla famiglia, a scuola non si è mai confidato. Nessuno conosceva davvero le sue sofferenze. «Non ha mai espresso alcun tipo di disagio» spiega il preside. Con la passione per il calcio e per la lettura, in carcere ha chiesto alcuni libri. «Ha sempre studiato molto» racconta il nonno materno. E la madre, sentita dal pubblico ministero, ha spiegato: «Mio figlio è un bravo ragazzo, si è sempre impegnato a scuola nonostante l’atmosfera che regnava a casa». Alex, al culmine di un cortocircuito emozionale, si è scagliato contro il papà. Per liberare la mamma dal suo carnefice.