la Repubblica, 7 maggio 2020
Il pericoloso mestiere del bancario
Basta con la caccia al bancario. I non sempre facili rapporti con i dipendenti degli istituti di credito, nei giorni del Covid 19 si sono spesso trasformati in violenza, denunciano i sindacati di categoria. I clienti, esasperati dalla clausura forzata e dai problemi economici, passano con facilità dalle minacce verbali agli attacchi fisici. A Collecchio un artigiano ha preso a sassate la vetrina di una filiale, mandandola in frantumi, a Gallarate un correntista ha sputato in faccia all’impiegato allo sportello, a Varese il direttore di una filiale si è ritrovato con le gomme tagliate, al Monte dei Pegni di Torino assedio dei clienti. Una situazione così grave da far temere che prima o poi, scrivono i sindacati, possa «scapparci il morto». Da qui la decisione di presentare un esposto a tutte le procure italiane, informandone anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Un «inaccettabile clima d’odio», denuncia il segretario generale della Fabi Lando Sileoni, favorito anche dal fatto che «una parte della politica tende a scaricare sulle banche le responsabilità delle mancate erogazioni promesse», e che a volte «i vertici scaricano sui dipendenti la scelta di non erogare prestiti non convenienti per la banca».