ItaliaOggi, 7 maggio 2020
Guanti e mascherine sono i nuovi rifiuti urbani
Sono i nuovi rifiuti urbani. Si trovano per strada, accanto ai cassonetti, nelle aiuole. E da bene prezioso per il contenimento dell’epidemia rischiano di diventare una minaccia per l’ambiente. Con guanti e mascherine che dopo l’uso vengono gettati a terra.
Per la cosiddetta fase due, secondo un rapporto del Politecnico di Torino, in Italia serviranno un miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti. Una quantità imponente che dovrà essere smaltita evitando possibili conseguenze sanitarie.
L’Istituto superiore di sanità e l’Istituto superiore per la protezione ambientale hanno stabilito che per i rifiuti provenienti da soggetti positivi al tampone o in quarantena obbligatoria «sia interrotta la raccolta differenziata, ove in essere, e che tutti i rifiuti domestici, indipendentemente dalla loro natura e includendo fazzoletti, rotoli di carta, teli monouso, mascherine e guanti, siano considerati indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme».
L’Iss e l’Ispra hanno dettato le linee guida per lo smaltimento dei dispositivi di sicurezza individuali: dalla chiusura adeguata dei sacchetti all’utilizzo dei guanti monouso. Ai Comuni, invece, è stato raccomandato di istituire un servizio dedicato al ritiro da parte di personale opportunamente addestrato.
Nelle città italiane, però, guanti e mascherine iniziano a essere abbandonati subito dopo l’utilizzo. In ogni angolo delle strade. «Ci arrivano le prime segnalazioni di abbandoni per strada e nelle vicinanze di alcuni supermercati di guanti e di mascherine chirurgiche monouso», ha spiegato il presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato.
«Nella fase due, con la riapertura di piccole e medie aziende e di alcuni uffici, facciamo appello al senso civico e alla responsabilità dei cittadini, ma soprattutto è importante far partire una campagna di informazione e sensibilizzazione seguendo le indicazione dell’Istituto superiore di sanità in cui viene specificato come smaltire i presidi anti infezione come mascherine e guanti».
«Questi articoli sono tutti da conferire nella raccolta indifferenziata», ha aggiunto Imparato. «Ricordiamo che i dispositivi sanitari sono molto resistenti e potrebbero durare nell’ambiente decine di anni, come accade per le buste di plastica o per i flaconi di liquidi più resistenti».
Il lockdown ha contributo alla discesa dei livelli di inquinamento e alla riduzione dell’impatto ambientale. «Ora che la natura sta respirando evitiamo di inondarla di rifiuti monouso», ha sottolineato il presidente di Legambiente Piemonte, Giorgio Prino. «Bisognerà pensare a un corretto smaltimento e riciclo, oltre a immaginare soluzioni non più usa e getta».
Anche il Comune di Firenze, dopo aver «ricevuto diverse segnalazioni e constatato anche direttamente il diffondersi di questo comportamento scorretto», ha annunciato di aver intensificato i «controlli della polizia municipale e di mettere in campo anche altri soggetti a supporto» per contrastare il mancato smaltimento delle protezioni individuali. Oltre ad avviare un’attività «di sensibilizzazione sull’importanza del corretto conferimento di guanti e mascherine negli appositi cestini dell’indifferenziato».