ItaliaOggi, 7 maggio 2020
Periscopio
Il buonista è un cattivo sconfitto o un buono andato a male. Roberto Gervaso, Italiani pecore anarchiche. Mondadori, 2003.
Non ho mai guardato i politici secondo il loro fisico, perché non è per quello che stanno lì. Se così fosse, al posto di Conte vorrei George Clooney, però non è il caso. Natalia Aspesi, giornalista (Giuseppe Fantasia). Huffington Post.
L’Italia è un paese moderno con un cuore antico. Qui è più facile rompere le catene dello sfruttamento che quelle del pregiudizio. Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.
Se vuoi vedere, capire, stare dentro Roma, una certa Roma, devi cenare qui. A patto di riuscire a prenotare. E di avere una carta di credito senza tetto, preferibilmente altrui. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
La fragilità fisica della vecchiaia trascina con sé quella emotiva. Si perde ogni spavalderia, ogni sicurezza. Non potendo più contare sul nostro corpo, si ha paura di tutto. Massimo Fini, Ragazzo. Marsilio, 2007.
Ho affrontato lo stop forzato non toccando, per prima cosa, gli stipendi dei dipendenti. L’azienda impiega 2 mila persone, mille qui a Solomeo e altre mille all’estero: ho detto subito a tutti di stare tranquilli. Questo è un marchio solido, che è cresciuto per 40 anni ininterrottamente (il fatturato del 2019 è stato di 607,8 milioni di euro, quasi il 10% in più rispetto al 2018, ndr), e che quindi si può permettere di fermarsi per un anno, senza per questo far ricadere la decisione su chi ci lavora. Brunello Cucinelli, industriale della moda (Serena Tibaldi). la Repubblica.
Napoli è stretta, è un dedalo: alla Pignasecca, dieci persone che fanno la spesa sembrano una folla. I napoletani si stanno comportando bene e lo dimostrano gli zero contagi e zero decessi di lunedì, in un’area metropolitana di oltre tre milioni di persone. Trovo inaccettabili invece giornali e tv che alimentano la divisione Sud-Nord. Mi creda: qui c’è una profonda partecipazione affettiva verso le popolazioni più colpite. Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano (Candida Morvillo). Corsera.
Nel mio piccolo, in quegli anni d’oro, che poi erano i tempi della Dc trionfante, ebbi due minacce. Una di Ciriaco De Mita, che mi promise grane per un cenno alla moglie in un articolo. L’altra di Bettino Craxi, premier, che per i suoi cipigli paragonai a Caligola che fece senatore il suo cavallo. Ma nulla accadde. E, comunque, vuoi mettere, una causa da De Mita o Craxi, rispetto alle frotte di scalzacani che querelano oggi? Giancarlo Perna. LaVerità.
Ho puntato sulle consegne a domicilio. A Pasqua ho fatto da sola 200 coperti perché i miei ragazzi non se la sono sentita di venire ad aiutarmi, avevano paura del Covid. E io non obbligo nessuno. Ho lavorato dalle 6 del mattino a mezzanotte per una settimana, non mi succedeva da oltre vent’anni. Da quando mi sono indebitata per tenere aperto Il girasole, il ristorante pizzeria di mio papà a Orio Litta, in provincia di Lodi. Eravamo una famiglia di campani emigrata in Lombardia quando ancora ai terroni la gente sputava addosso. Mi sono dovuta prendere un socio lombardo, altrimenti non mi avrebbero rinnovato l’affitto. Per andare in pari ho lavorato sette giorni su sette per cinque anni, mai una vacanza. Ora con il Coronavirus ho paura di ritrovarmi come allora: ho appena ristrutturato Viva, ho investito tanto... Chissà come andrà. Viviana Varese, chef del ristorante Viva, una stella Michelin dentro Eataly Smeraldo, a Milano. (Alessandra Dal Monte). Corsera.
Mentre cammino, in una notte a Milano, avverto un rumore insolito. Sono, scopro, i miei passi: nel deserto che è la Galleria Vittorio Emanuele stanotte, sento i miei passi. Il suono dei propri passi, nel cuore di Milano? Non mi è accaduto mai, e mi trafigge un dubbio: se questa è la mia città, o un’altra, e sto camminando dentro un brutto sogno. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.
Tom Hanks, voto 8. In Un amico straordinario è Mr. Rogers, presentatore che 60 anni fa «credeva nella possibilità di trasmettere al pubblico un senso etico della vita». Spiega l’attore: «Sono diventato nonno, tenere in braccio un nipotino significa anche interrogarmi su quanto e cosa potrò dargli come produttore di programmi tv o di film». Vince la Coppa del Nonno. Di oro, non di gelato. Stefano Lorenzetto. Arbiter.
Don Chisciotte è l’unico personaggio letterario che uno riconosce immediatamente appena lo vede. Non per niente a Picasso sono bastati pochi tratti per raffigurarlo. Chi sarebbe in grado di identificare alla prima occhiata Julien Sorel, Anna Karenina o Madame Bovary? Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2017.
Nell’estate del ’68 venni chiamato al servizio militare che svolsi non lontano da casa. Fu la sola fortuna, per il resto furono 18 mesi terribili, scanditi da una disciplina ottusa e da un senso di inutilità. Praticamente non facevo nulla e in più c’era la frustrazione che, essendo già laureato, sposato e con un figlio, mi sembrava una patente ingiustizia dello Stato nei miei confronti avermi arruolato. Fu così che cominciai a guardare con favore al movimento studentesco. Yves Mény, scienziato della politica (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Eliogabalo si mette alla testa di ogni gioventù che rifiuta l’obiettivo dell’efficienza aziendale come ideale spirituale individuale, e preferisce dipingersi la faccia e il corpo, rivestirsi di piumaggi soffici e vistosi, assorbire sostanze evasive e sognanti, esplorare una sessualità di gruppo o di pelle… e respingendo i vecchi contemporanei e la loro mediocre fallimentare esperienza, tenta di recuperare un «tempo» più largo, un «ritmo» più profondo e un «passo» più umano. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Einaudi, 1978.
Subito dopo la Liberazione la gente scendeva in strada tra canti e preghiere per accogliere la statua di Nôtre-Dame de Boulogne e riaccompagnarla l’indomani in una processione di chilometri. Sacra o profana, ogni occasione era buona perché si ritrovassero tutti assieme all’aperto, come se volessero continuare a vivere collettivamente. La domenica sera tornavano dal mare i torpedoni pieni di giovani in pantaloncini, cantavano a squarciagola arrampicati sui tetti carichi di bagagli. I cani gironzolavano liberi e si accoppiavano in mezzo alla strada. Annie Ernaux, Gli anni. L’Orma, 2008.
Era domenica mattina. I tigli dei giardini esalavano dai loro primi fiori quel profumo acuto e dolciastro che Renzo chiamava odor di vacanze perché cominciava a maggio, sul finire delle scuole. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori, 1963.
Prodi: il contabile di Berlino. Roberto Gervaso. Il Giornale.