il Fatto Quotidiano, 4 maggio 2020
I Cavalieri di Malta, due fazioni in lotta
In tempi normali, e non pandemici come questi, avrebbe avuto solenni funerali di Stato, degni di un sovrano che intrattiene rapporti con 110 Paesi e vanta il grado di osservatore permanente alle Nazioni Unite. Invece il rito funebre per Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, Gran Maestro dell’Ordine di Malta, si svolgerà domattina secondo le prescrizioni del nuovo decreto di Palazzo Chigi, nella chiesa di Santa Maria in Aventino, a Roma. A officiare il cardinale Angelo Becciu, delegato speciale del Papa nominato durante la grave crisi dell’Ordine, nell’ultimo triennio. La morte del Gran Maestro può infatti far riprendere la lotta interna tra i Cavalieri, coincisa con uno dei primi attacchi clericali al pontificato riformista di Francesco. Tutto ebbe inizio nell’ultimo scorcio del 2016 quando l’allora Gran Maestro inglese Fra’ Matthew Festing sospese il Gran Cancelliere (il ministro degli Esteri e dell’Interno dell’Ordine) Albrecht Freiherr von Boeselager, figlio del barone Philipp, tra i militari che congiurarono contro Hitler nel 1944, con l’Operazione Valchiria.
Sostenuto dal cardinale patrono Burke – avversario numero uno del fronte di destra anti-Bergoglio – Fra’ Festing accusò von Boeselager di aver avallato la distribuzione di contraccettivi in Africa, contraria ai principi morali dell’Ordine.
Per tutta risposta il pontefice reintegrò il barone teutonico e rimosse il Gran Maestro. Una svolta sancita nell’aprile del 2017 con l’elezione a Luogotenente di Fra’ Giacomo Dalla Torre, indi Gran Maestro nel maggio del 2018. Ancora oggi però quella frattura non si è ricomposta e lo scontro si riproporrà per l’elezione del successore di Fra’ Giacomo Dalla Torre, ottantesimo Gran Maestro dell’Ordine fondato nel 1048 a Gerusalemme e che ha un patrimonio di 1,7 miliardi di euro. Da un lato i conservatori inglesi, dall’altra i liberal tedeschi.
Secondo la Carta costituzionale dell’Ordine, il Gran Maestro deve essere un Cavaliere professo: oltre alle origini nobiliari deve aver pronunciato i voti di povertà, castità e obbedienza. Un religioso a tutti gli effetti, senza l’obbligo della vita in comune.