La Stampa, 4 maggio 2020
Il virus congela 70 mila matrimoni
Un miraggio chiamato matrimonio. Già, perché dopo lo stop alle cerimonie imposto dall’emergenza coronavirus, tra marzo e aprile oltre 17 mila coppie sono state costrette a rinviare le nozze. E tra maggio e giugno andrà peggio: secondo dati ufficiali, potrebbero «saltare» 50 mila matrimoni. Non pochi, visto che in Italia ogni anno se ne celebrano circa 200 mila.
Con questi numeri, inevitabilmente, cola a picco anche il business generato dal giorno del «sì»: a causa del Covid-19 l’industria italiana del wedding, che vanta 40 miliardi di fatturato all’anno, stima perdite per circa 26 miliardi di euro. In caduta libera, ovviamente, anche le vendite di abiti da sposa e cerimonia, settore che muove circa 600 milioni di euro l’anno. Al momento la prospettiva di ripartenza è ancora avvolta nella nebbia, senza un calendario certo. Difficile poter immaginare di organizzare una festa rispettando tutte le regole della fase 2 su assembramenti, riunioni di parenti e amici. «I futuri sposi stanno vivendo in un tempo sospeso – dice Anna Frascisco, nella top 10 delle migliori wedding planner d’Italia – confidiamo che da settembre, pur con qualche restrizione, si possa ritornare all’altare. Consiglio comunque di mantenere confermati i matrimoni fissati da metà luglio in poi, in attesa che l’emergenza sanitaria possa rientrare».
Anna Francisco, che segue una media di 60 eventi nuziali all’anno e ha ormai un fiuto infallibile per gli intoppi, aveva giocato d’anticipo: «Dovendo posticipare, c’era il rischio di non trovare più date appetibili a disposizione e infatti i sabati e le domeniche della primavera 2021 sono già sold out».
Acconti, caparre versate (in molti casi vengono congelate in attesa di una nuova data), ristorante prenotato, inviti spediti: tutto da rifare. Parola d’ordine: riprogrammare. Sono centinaia i futuri sposi che si stanno rivolgendo a Help Spose, servizio gratuito di supporto messo su dalla wedding planner campana Cira Lombardo, una delle più note del settore: «Cercano rassicurazioni, conforto, sostegno. Hanno paura di dover rinunciare al loro grande sogno e non sanno da che parte cominciare per rimodularlo in una data diversa da quella che avevano scelto all’inizio».
Nessuno nel Belpaese (tranne pochi casi eccezionali) pare sia disposto a comparire nelle foto con guanti e mascherina, senza invitati, ricevimento e neppure bacio di rito. E a nessuno sembra piacere l’idea delle nozze celebrate a distanza su Zoom party, con gli sposi collegati in video davanti agli invitati vestiti a festa ma a casa loro, cosa che invece accade negli Stati Uniti e nel regno Unito. Dice Frascisco: «Gli italiani sono più tradizionali, vogliono vivere il sogno della vita, mai ci rinuncerebbero. Senza festa, il rito sarebbe solo burocrazia, altro che romanticismo».