Corriere della Sera, 3 maggio 2020
Le 21 foto di Kim e i dubbi sul ritorno
Al giorno 21 del mistero, Kim Jong-un ha dato un taglio alla cortina di buio che lo aveva avvolto. Con 21 fotografie (numero casuale o scelto per beffarsi delle voci circolate nel mondo?) pubblicate dal Rodong Sinmun, il quotidiano del regime nordcoreano. Prima pagina dominata dal Rispettato Maresciallo impegnato con un paio di forbici a tagliare un nastro rosso, solito sorriso sulle labbra. «L’attività di guida sul campo per l’inaugurazione di una nuova fabbrica di fertilizzanti chimici», secondo Pyongyang, si è svolta il primo maggio a Sunchon, una cinquantina di chilometri a Nord della capitale.
Ma ci sono circostanze e indizi che lasciano perplessi e fanno credere a «qualcosa di grave» accaduto in queste tre settimane a Pyongyang, avverte Andrei Lankov, russo basato a Seul, uno dei massimi esperti di vicende a Nord del 38° parallelo.
Le notizie sulla morte di Kim circolate a partire dal 21 aprile erano evidentemente esagerate, come dimostra il grande manifesto con la data 1 maggio 2020 piazzato dietro il palco sul quale si è arrampicato il dittatore (bene in evidenza in una delle foto del portfolio pubblicato ieri). Ma ci si continua a chiedere perché il Maresciallo abbia deciso di ritirarsi nell’ombra a partire dall’11 aprile, saltando una ricorrenza altamente simbolica come quella del 15 aprile, commemorazione della nascita del nonno fondatore della Dinastia. «È stato il silenzio del Rodong Sinmun, di solito pieno di immagini e proclami di Kim che ha alimentato il caso», osserva Lankov, che pure non credeva alla fine del dittatore.
Kim è riemerso senza un graffio da sotto la valanga di speculazioni che lo avevano dato per morto, ridotto in stato vegetativo, nelle ipotesi più ottimistiche operato o in autoisolamento per evitare il coronavirus. O meglio, un graffio fisico e alcune scalfitture politiche probabilmente le ha subite. NK News, centro di analisi indipendente, ha studiato anche il filmato andato in onda alla tv di Pyongyang. E in un fermo immagine ha notato una macchiolina rossa sotto il polso destro del leader. Potrebbe significare una iniezione, un prelievo di sangue, un trattamento clinico. Altro particolare: Kim ha camminato poco davanti alle telecamere e la gamba sinistra sembrava rigida. Nelle porzioni più lunghe del filmato era seduto su una golf cart, una macchina elettrica da campi sportivi: il leader nordista l’aveva usata una prima volta nel 2014, quando era riapparso dopo una operazione alla caviglia o un attacco di gotta e si aiutava col bastone.
Ci sono poi le immagini della gente di Sunchon entusiasta e a rispettosa distanza. Una grande folla in maschera chirurgica: segno che anche in Nord Corea c’è allarme coronavirus, nonostante il regime non abbia ammesso alcun caso di contagio.
Taglio del nastro
La sorella al suo fianco per l’inaugurazione di una fabbrica fuori Pyongyang
Tornando alla foto simbolo del ritorno in campo, le forbici sono state porte a Kim dalla sorella Kim Yo-jong, non in maschera ma evidentemente non portatrice di Covid-19 (se a Pyongyang hanno dei tamponi forniti dai cinesi, la Famiglia e i più stretti collaboratori sono in cima alla lista di chi può togliersi il dubbio Covid-19). Sorella Kim che passa le forbici cerimoniali al leader è una prova ulteriore della sua centralità. E il nastro rosso dà la suggestione della «linea di sangue» che legittima la Dinastia fondata da Kim Il-sung.
Stiamo comunque parlando di immagini selezionate dalla propaganda, diretta proprio dalla signora Kim. Quindi, anche la carrozza da golf potrebbe far parte della scenografia per segnalare agli analisti stranieri che al massimo Kim ha avuto una ricaduta di gotta. La vita politica di Kim Jong-un è un fotoromanzo a puntate: con molti spazi grigi per le interpretazioni scritte all’estero, usando la lente d’ingrandimento.
Ci avventuriamo in una interpretazione di questa drammatica assenza di tre settimane: a marzo Kim ha «guidato sul campo» nove test missilistici, un record. Da un anno il negoziato con gli Stati Uniti è interrotto. Con quelle scie di inizio 2020 Kim stava cercando di richiamare l’attenzione di Donald Trump: una minaccia a bassa intensità, evitando missili intercontinentali. Senza esito. Kim, per farsi notare, potrebbe aver deciso di uscire di scena. Allarme mondiale. Ma ha anche acceso l’attenzione sulla sua salute, che non sembra eccellente. I medici sudcoreani gli hanno fatto un check-up a distanza: pesa 130-135 chili, su una statura di 170 cm. Troppo fumo. In una delle 21 foto dell’1 maggio ha la sigaretta tra le dita ed è avvolto da una nuvola grigia.