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 2020  maggio 03 Domenica calendario

Biografia di Dino Petralia

Nel giorno in cui al Dap (Dipartimento affari penitenziari) si è insediato come vice direttore l’ex pm antimafia di Palermo Roberto Tartaglia, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede fa sapere che il nuovo direttore sarà Dino Petralia, procuratore generale di Reggio Calabria, fino a tre anni fa procuratore aggiunto di Palermo. Magistrato antimafia di lungo corso, appartiene alla corrente di Area (progressisti).
“Ha speso la sua vita per la giustizia e la lotta alla mafia”, ha dichiarato il ministro, che ha già chiesto al Csm il via libera al fuori ruolo del Pg. Il nome di Petralia nel governo ha messo d’accordo Pd e M5s. Soddisfatto anche il senatore Piero Grasso, Leu, ex procuratore antimafia: “Conosco da anni Petralia, la sua serietà e competenza”. Per una volta, concorda con una scelta del ministro anche il presidente dell’Unione camere penali Giandomenico Caiazza: “È un magistrato di grande esperienza, sono sicuro che farà bene”.
A giugno scorso, Petralia ha scritto un’accorata lettera al Csm, rivelata dal Fatto, con la quale ha comunicato il ritiro dalla corsa a procuratore di Torino. Era finito nelle intercettazioni del caso Palamara. A sua insaputa, si è parlato di lui durante l’incontro notturno di maggio 2019. Il pm romano, indagato a Perugia per corruzione, i deputati del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri (toga in aspettativa) e 5 consiglieri Csm, costretti alle dimissioni, pianificavano come pilotare la nomina del procuratore di Roma e non solo. Ferri: “L’altro giorno ho visto Ermini (vicepresidente del Csm, ndr) e mi ha detto che Cascini (togato di Area, ndr) è andato a chiedergli di aiutare Petralia a Torino”. Palamara, sempre ben informato, è scettico: “Io non ho sentito che Ermini andava per aiutare Petralia”. Al Fatto, a giugno, Petralia ha spiegato il suo ritiro dalla corsa per la procura di Torino: “Sono sdegnato. Da vittima, questa scelta mi è costata, ma non voglio passare per altro, ora sono più sereno”.
Trapanese, 67 anni, in magistratura dal 1980, diventa procuratore di Sciacca, nell’agrigentino, nel 1996. Dieci anni dopo fu eletto consigliere del Csm. Nel 2010, come pm, va a Marsala e nel 2013 è procuratore aggiunto a Palermo. Coordina il pool sui reati contro la pubblica amministrazione di cui ha fatto parte anche Tartaglia. È Petralia a coordinare il sequestro della Bcc di Paceco, cassaforte di massoni e mafiosi trapanesi. Dal 2017 è Pg di Reggio Calabria. Sposato con Alessandra Camassa, presidente del Tribunale di Marsala, ex allieva di Paolo Borsellino, hanno un figlio, Paolo, da febbraio assessore allo sport a Palermo.
Con la nomina di Petralia, dunque, Tartaglia è sollevato dal “commissariamento” di Francesco Basentini per i gravi errori commessi da direttore del Dap. Giovedì in tarda serata, dopo un lungo colloquio con il ministro Bonafede, Basentini non ha avuto altra scelta che dimettersi. Fatali gli ultimi mesi della sua direzione: la pessima gestione delle rivolte carcerarie dietro le quali c’è l’ombra della regia della criminalità organizzata; la circolare del 21 marzo legata all’emergenza coronavirus, che ha spinto gli avvocati dei boss a chiedere gli arresti domiciliari per rischio contagio Covid-19, come dimostrano le intercettazioni in carcere pubblicate dal Fatto; la gestione della pratica di trasferimento del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria come se fosse un ladruncolo e non un camorrista al 41 bis.