Come vive questo periodo? Cosa le manca di più della vita normale?
«Questa è la mia vita normale! Non posso uscire di casa senza paparazzi che mi inseguano quindi non esco molto. Mi piacerebbe andare a casa di amici o farli venire qui ma io vivo come un’eremita da 20 anni. Quello che è anormale sono gli orrori e le morti nel mondo e tutti che si comportano da matti».
Che effetto le fa?
«Mi sono data il permesso di uscire sul balcone e urlare ogni giorno come se mi stessero ammazzando. Esco e urlo al massimo delle possibilità dei miei polmoni. E la cosa incredibile è che i miei vicini l’hanno capito, non lo trovano strano, urlo urlo e poi entro in casa, un pugno o una testata al cuscino e poi torno a lavorare. A volte devi urlare, in mezzo a tanto dolore ho bisogno di sentire più umorismo, più compassione, più tenerezza, più comprensione. E urlare aiuta!».
Ma come vede il mondo?
«Ci conosciamo da tanti anni e le dirò esattamente quello che sto vivendo in questo periodo: sto facendo tutti i giorni una cosa che si chiama Green Tara Chant, lo consiglio a tutte le donne. Ho pianto anche tre giorni di seguito, per il dolore, le perdite, anche di cari amici, e voglio concedermi di riconoscere tutto questo caos e cambiamento. C’è un esercizio buddista per cui pensi ai tuoi sentimenti e devi sentirli il più possibile senza resistere, alla fine ti chiedi quanti altri umani nel pianeta si sentano esattamente allo stesso modo. Stavolta ho sentito un’esplosione interna, e ho pianto appunto per tre giorni. Voglio scrivere una poesia o una canzone su questo, ho già il titolo: Burn in place».
Cosa pensa delle reazioni delle celebrità?
«Ognuno può fare quello che cavolo vuole, se vogliono raccogliere fondi comodamente a casa è la democrazia, buon per loro. Potrebbero starsene zitti a mangiare patatine e vedere la tv o drogati tutto il giorno. Ma se vogliono andare online a parlare di quello che fanno, fatti loro. Certo, se sei un personaggio pubblico hai delle responsabilità. Io sono a mio agio con quello che faccio. E non me ne frega niente di quello che pensa la gente».
Ci parli dei nuovi progetti.
«Ratched è un’ottima serie, con Sarah Paulson, Cynthia Nixon e Judy Davis. Non posso dire molto, ma è il prequel di Qualcuno volò sul nido del cuculo e parla soprattutto dell’infermiera Ratched. Sono tutti sono pazzi nella serie. Beauty, che sarà su Netflix, è ispirato alla vita di Whitney Houston e io interpreto un personaggio che ricorda il produttore Clive Davis».
Si sente realizzata come attrice?
«Il mio sogno era lavorare per Martin Scorsese, e con Robert De Niro. E ci sono riuscita. Ma trovo strano e deludente che dopo aver toccato le stelle altri registi e attori di quella stratosfera non mi abbiano offerto lavori. Non capisco perché. So che sono stata male e ho avuto un ictus ma ora sto bene e non capisco cosa sia successo. Ho lavorato molto sodo per raggiungere il mio sogno e l’ho ottenuto ma poi...».
Recentemente però ha lavorato con Paolo Sorrentino...
«Mi faccia dire una cosa: io adoro il vostro Papa, sono una groupie, penso che sia davvero superiore rispetto alla burocrazia del suo sistema. Mi commuove la sua posizione, credo sia un bravo uomo e uno studioso».
Cosa pensa di Sorrentino e di Malkovich in "The New Pope"?
«Penso che John Malkovich sia uno straordinario attore e identico al mio primo amore in Pennsylvania quindi non riesco a giudicarlo razionalmente. E penso che Sorrentino sia un genio, un maestro. La grande bellezza è uno dei film più belli che abbia mai visto. Per me andare in Italia, a Cinecittà, e vedere come lavorava Paolo e i set di Fellini, è stata un’esperienza meravigliosa».
Come pensa cambierà il cinema dopo il coronavirus?
«Hanno mandato in streaming vari film facendoli pagare 20 dollari e penso abbiano incassato fino a 100 milioni di dollari, cominciano a capire che la gente è disposta a pagare per film di famiglia da vedere in casa. Già da un po’ la sala ha perso fascino. Continueranno ad andare a vedere i grandi film d’azione ma tanti altri si vedranno a casa. Il mondo intero cambierà, lavoreremo più da casa e cambierà l’atteggiamento generale. È cominciato con il MeToo che ha cambiato i comportamenti delle persone, ora questo. Il mondo sta facendo un reset, è come se ci stessero rimandando indietro all’asilo! (ride)».
Per anni lei ha lottato insieme a Elizabeth Taylor contro l’Aids. Vede similitudini con questa epidemia?
«Non si sa ancora. Non sappiamo se è un virus creato dall’uomo o naturale, né da dove venga. Dobbiamo aspettare risposte. Sappiamo che milioni di persone sono morte di Aids e ancora non c’è vaccino né cura. E questo anche perché c’erano molti pregiudizi. Sarà più facile con il Covid 19? Tutti non vedono l’ora di uscire. Io dico: usate il cervello! Se non usi il preservativo l’Aids c’e’ ancora, quindi fuck you! Così devi mettere la mascherina, lavarti le mani e secondo me devi anche indossare gli occhiali o sei a rischio! Pare che gli uomini possano diventare sterili dopo il Covid, quindi se tocca anche gli organi sessuali va al di là di una malattia respiratoria!».
Lei già al suo compleanno, il 10 marzo, faceva controllare la temperatura dei suoi ospiti prima che entrassero in casa.
«Guardi, io avevo già cancellato i miei impegni oltreoceano alla fine di febbraio. Mi dicevano che mi avrebbero fatto causa, il mio avvocato ha detto che sono stata la prima persona a cancellare viaggi e impegni. Penso che sono sempre stata un po’ preveggente ma ascolto e mi informo. Sono 25 anni che lavoro nel campo delle malattie infettive. E so che questa cosa non è arrivata a inizio marzo, stava già succedendo».
A che punto è il suo libro?
«Praticamente finito. Per anni ho scritto brevi racconti per giornali e riviste, da Esquire all’Atlantic. Alla Fiera del libro di Nantucket vari scrittori mi hanno convinta che scrivevo bene e allora mi sono buttato. L’ho dedicato a mia madre e uscirà nel febbraio 2021».