la Repubblica, 1 maggio 2020
Meteoriti all’asta
Dopo un viaggio incommensurabile attraverso il tempo e lo spazio, un grigio masso rugoso cadde sulla Terra, atterrando nel Sahara. Nessuno lo vide precipitare. Nessuno sa con certezza quanto tempo sia rimasto sepolto nella sabbia prima che un nomade, tre anni fa, lo trovasse.
«Può darsi che sia successo cinquecento come cinquemila anni fa» ha detto James Hyslop, responsabile del dipartimento di scienze e storia naturale di Christie’s che ha deciso di batterlo all’asta online insieme ad altre meteoriti, in teoria alla fine del mese. Si tratta di un frammento di luna, e il suo recente viaggio sulla Terra – dall’Africa nordoccidentale alla casa d’aste di New York, dove insieme a un’altra quarantina di meteoriti sarà battuto all’asta – documenta i cambiamenti nel mercato di una serie di oggetti da collezione rari ed esotici: rocce provenienti dallo spazio esterno all’atmosfera. Un tempo le meteoriti erano di pertinenza degli astronomi e il loro valore era calcolato perlopiù in rapporto al peso. A oggi, secondo gli esperti, risultano cadute sulla Terra soltanto sessantamila meteoriti, ma molte di esse attraversando l’atmosfera si sono frammentate oppure sono state spezzate e tagliate in seguito di proposito.
Da qualche anno a questa parte «il collezionismo di meteoriti è al centro di tre mercati diversi» spiega Darryl Pitt, fotografo e manager di musicisti a New York, che ha iniziato a interessarsi alle meteore da bambino. «Ci sono persone a cui piace soltanto possedere qualcosa di extraterrestre e non le si può considerare collezionisti a tutti gli effetti. Poi ci sono persone che apprezzano le implicazioni e i vari aspetti scientifici delle meteoriti». Infine, c’è anche chi le considera opere d’arte scolpite dall’universo, come fece lui stesso iniziando a mettere insieme quella che definisce «la collezione più importante al mondo di meteoriti ferrose». Alcune, che richiamano alla mente le sculture di Henry Moore, Umberto Boccioni e Alberto Giacometti, sono state battute all’asta a Phillips nel 1995 e hanno contribuito ad alimentare il mercato di questi reperti. Pitt è poi diventato consulente di Bonhams, Heritage e Christie’s quando queste case d’asta hanno deciso di entrare nel mercato delle meteoriti.
La meteorite del Sahara, il lotto più importante dell’asta di Christie’s, è stimata tra i 300 e i 500 mila dollari, pesa poco meno di un chilo e mezzo e sembra una luna in miniatura, ma non è caduta sulla Terra in quella forma: in precedenza era parte di un grosso frammento lunare scaraventato in orbita dall’impatto di un asteroide sulla superficie del nostro satellite, frantumatosi poi in più pezzi all’ingresso nell’atmosfera terrestre, scagliati e disseminati per centinaia di chilometri in quelli che gli studiosi meteorici chiamano “i campi dei rifiuti” situati tra Mauritania, Sahara occidentale e Algeria.
Quella zona, da quando è stata scoperta nel 2017, ha quasi raddoppiato l’insieme di meteoriti lunari scoperte nel mondo, secondo Pitt, che ormai è di circa 680 chili. Da uno di quei frammenti è stata poi sgrossata quella che Hyslop chiama «la più grande sfera lunare mai esistita, probabilmente». Per uno studioso di meteoriti, tagliare una meteorite non è un delitto come sarebbe per uno storico dell’arte amputare un dito del piede della Pietà. «A patto che ci sia abbastanza materiale su cui lavorare, non ho nessun problema con il fatto di tagliare le meteoriti» ha detto Carl Agee, direttore dell’Istituto di meteoritica presso l’Università del New Mexico, che classifica molti dei nuovi reperti.
Da Christie’s questi reperti spaziali attirano più clienti di qualsiasi altra categoria di oggetti. Le meteoriti, in particolare, sono molto popolari tra gli acquirenti più giovani, soprattutto quando restano «affascinati da meteoriti con marcate qualità scultoree o una storia interessante alle spalle». È questo il caso di un altro lotto presente all’asta, un pezzo della meteorite Murchison precipitata in Australia nel 1969. «Il sasso vero e proprio di per sé si è formato 4,6 miliardi di anni fa ed è in assoluto il materiale più antico su cui si possa mettere mano» ha detto Hyslop. Al suo interno, però, ci sono quelli che definisce «minuscoli granelli» e che gli scienziati di recente hanno datato a sette miliardi di anni fa. «Il che significa che risalgono a quasi la metà del tempo assoluto».
©2020 The New York Times Company(Traduzione di Anna Bissanti)