Corriere della Sera, 1 maggio 2020
Biografia di Alessia Melegaro
I trentenni che vivono ancora in casa. I nonni che accudiscono i nipoti e quelli che fanno volontariato. L’inquinamento dell’aria a Milano. Le parole utilizzate su Twitter. Tutto ha a che fare con il Covid-19. E tutto è sotto la lente dei ricercatori, non soltanto in campo medico. Un laboratorio sul coronavirus è stato aperto anche all’università Bocconi. È guidato da una demografa specializzata in epidemiologia delle malattie infettive. Alessia Melegaro ha riunito trenta studiosi di otto dipartimenti dove in più progetti si studia l’impatto dell’epidemia non soltanto sulla salute, anche su società, economia e finanza, sulle imprese, sulle questioni legali.
E dall’inizio dell’emergenza collabora con la Regione Lombardia per l’analisi dei dati sulla diffusione del virus: «Analizziamo i dati dell’epidemia e sviluppiamo modelli per capire il potenziale di trasmissione, la pericolosità del virus in scenari diversi. Adesso questi studi ci aiutano a capire come riaprire dopo il lockdown». Dai modelli matematici agli studi di demografi, sociologi, economisti, giuristi, fisici, esperti di intelligenza artificiale. «Per la fase 2 è importante il supporto delle scienze sociali, oltre le conoscenze mediche. E la collaborazione fra specialisti di discipline diverse sarà strategica», è la sua premessa. C’è il progetto sviluppato con la virologa Ilaria Capua dell’università della Florida: «Valutiamo quando è maggiore il rischio di morte per Covid analizzando dati sulla differenza di genere, sulla presenza di più patologie, sull’accesso al servizio sanitario. E lo stesso gruppo di ricerca studia le ripercussioni della pandemia sulle altre malattie: con il sistema sanitario dedicato al Covid consideriamo le conseguenze per malati cronici e altri pazienti fragili». E c’è lo studio sull’inquinamento dell’aria come fattore di rischio: «Valutiamo se aver sempre vissuto in una città come Milano abbia avuto un impatto sul rischio di prendere il Covid-19 e sulla severità della malattia. E anche se nel corso dell’epidemia l’aria di Milano abbia avuto un effetto negativo».
C’è il team di demografi, sociologi, ed epidemiologi che studiano i legami familiari: «I nostri anziani hanno interazioni più intense rispetto ad altri Paesi, vedremo quanto incide. Così come le co-residenze, pensiamo ai trentenni che dopo l’aperitivo nei locali affollati della movida milanese rincasano con genitori ultracinquantenni». E ci sono gli specialisti di intelligenza artificiale che hanno avviato un progetto con l’università di Oxford: «Studiano algoritmi per tracciare il contagio utilizzando dati che sono disponibili sul web, un filone che si aggiunge ai dati epidemiologici». Mentre un altro gruppo di studio seleziona le parole su Twitter: «Attraverso i social media studiamo lo stato d’animo nelle diverse fasi della pandemia, dalla paura del contagio nei primi giorni, alla risposta dopo l’annuncio delle misure restrittive, e adesso della riapertura».