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 2020  maggio 01 Venerdì calendario

Ljubicic spiega come allena Federer

C’è chi in quarantena si annoia, chi ridipinge casa. Ivan Ljubicic, ex numero 3 del mondo e allenatore di Roger Federer, sfida i campioni di scacchi.
In una simultanea ha pareggiato con Maxime Vachier-Lagrave, il numero 5 del mondo: si sta preparando al Mondiale?
«Non esageriamo. Però gli scacchi mi sono sempre piaciuti, fin da bambino. Ho sempre amato ragionare sulle strategie, le cose veloci non fanno per me, non riuscirei mai a fare un videogioco della Formula 1. Quando giocavo mi aiutavano molto a rilassarmi, oggi ho poco tempo ma seguo comunque il tour e i suoi personaggi».
Chi è il suo favorito?
«Magnus Carlsen. Ci sono campioni che lo sport sanno cambiarlo, come Tiger Woods nel golf, Muhammad Ali nella boxe, Borg e Federer nel tennis. Carlsen è il Federer degli scacchi».
A proposito, con Federer gioca?
«Sì, qualche volta capita».
Che stile ha sulla scacchiera?
«Secondo lei? Sempre all’attacco. Gli piace soprattutto mangiare più pezzi possibile…». 
Roger come sta vivendo il lockdown?
«È in fase di recupero dopo l’operazione al ginocchio, quindi per il momento la pausa non ha inciso molto. Visto che i tempi si allungano sarà pronto per la ripresa».
Per il 2021 possiamo stare tranquilli? 
«Non abbiamo parlato di programmazione. Ma lui pensa di giocare fino a 100 anni, quindi…».
E Ljubicic cosa vuole fare da grande?
«Sto sviluppando la mia società di Management, LJ Sport Group. L’idea è sviluppare un concetto nuovo di management sportivo, per aiutare sia i giocatori sia i coach. Al momento c’è tanta confusione nel tipo dei contratti, va bene essere free-lance ma il professionismo non è così, servono più tutele».
Quando Federer smetterà, a 100 anni, allenerebbe Nadal o Djokovic?
«Al 99 per cento non allenerò nessuno dopo Federer. Se non come consulente attraverso la mia società, con la quale seguo già Coric e altri giovani promettenti. Però mai dire mai nella vita».
Si considera più forte come tennista o come allenatore?
«Bella domanda. Non ci ho mai pensato. Da tennista ho dato il massimo. E da coach, prima con Raonic e poi con Federer, credo di aver fatto un buon lavoro. Facciamo un pareggio».
Da giocatore ha battuto Federer, Djokovic, Nadal, Agassi, Murray…
«Li facevo giocare male. E poi facendo due o tre ace a game era più facile… Ma loro mi hanno battuto molto di più».
Cosa pensa quando sente dire che i progressi di Federer sono merito suo?
«Che da fuori non puoi giudicare. Alla fine tutti si attaccano ai risultati, a volte neppure un coach capisce davvero perché un giocatore fa una cosa in campo. Con i top-player raramente si interviene sulla tecnica, è un lavoro più profondo, fatto di dettagli. Loro viaggiano già a mille all’ora e tu puoi sperare di incidere in una piccola percentuale qui e là, ma non c’è grande margine».
Quali sono le qualità del bravo allenatore?
«Devi saper ascoltare e separare il lato emotivo da quello obiettivo. È un lavoro complesso. Io parto dall’idea che bisogna far maturare il giocatore. Non può essere il coach a decidere tutto. Con il tennis smetti a 30-35 anni, se sei sempre dipeso da un’altra persona, dopo come fai?».
Si vedono spesso i giovani infuriarsi contro genitori e allenatori…
«È una cosa terribile. Per me è inaccettabile. Li stiamo distruggendo questi ragazzi, non è possibile fra finta di niente. Io parto sempre dal lato educativo».
Cosa cambierebbe nel tennis?
«Mi piace così com’è. Forse i cinque set oggi sono troppo pesanti, sul due pari si potrebbe fare un set più breve, come alle Next Gen». 
Quando si ripartirà?
«Non lo decidiamo noi o l’Atp, ma i governi che devono dare semaforo verde per gli spostamenti. È quello il vero problema. Si immagina il Roland Garros senza americani? Quindi sono molto preoccupato. Il tennis sarà uno dei primi sport a riprendere come pratica, ma temo uno degli ultimi a livello professionistico».
Alla ripresa chi sarà più avvantaggiato?
«Domanda difficile. C’è chi in questo periodo si è allenato, chi non ha potuto farlo. Un po’ di vantaggio lo do a chi ha più esperienza nel gestire le emozioni, ma è vero che gli "anziani" avranno un anno in più. Dopo ogni pausa invernale ci sono grandi novità, figuriamoci dopo quasi un anno. Sì, credo che la ripresa sarà molto interessante».