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 2020  aprile 30 Giovedì calendario

La quarantena di Donato Carrisi

Pacato. Preparato. Dettagliato. Donato Carrisi non è il maestro italiano del thriller a caso: ha studiato nei particolari il Covid, la Sars, Ebola e la Spagnola. Cita cifre, casi, cause, misteri.
Però: cosa farà il 4 maggio?
Non lo so; (ci pensa) in particolare, che accade?
Maggiore possibilità di uscire.
No, resto a casa.
Ha paura?
No, devo finire il prossimo romanzo, e tra un mese mi nasce il secondo figlio.
Meglio sbrigarsi.
Sono rimasto bloccato in Puglia.
Cioé?
Il 21 febbraio sono arrivato a Martina Franca (sua città Natale) per una presentazione, e non mi sono più mosso.
Lungimirante.
Dopo il primo caso di Codogno ho detto ai miei: “Siamo nella merda”.
Appunto, lungimirante.
Siamo scesi in Puglia con una valigia di cinque giorni, e adesso appoggiati a casa di amici.
Eppure…
Secondo me finirà come è arrivata: all’improvviso.
Auspicio.
No, ho incrociato i dati delle vecchie pandemie.
Resta un auspicio.
Be’, sì.
Le fa le pulizie?
(Stupito) Certo.
Bravo.
Noi Carrisi (non sono parenti) non ci fermiamo davanti a nulla; all’Isola dei Famosi tra un po’ Al Bano si metteva a coltivare la vigna.
In questi mesi, cosa le ha strappato un sorriso?
La storia della mamma novantenne di un mio amico: da sempre si è vantata di non avere capelli bianchi, mentre tutti conoscevamo la verità.
E…
È uscita di nascosto per comperare la tinta, ma per la fretta ha sbagliato il flacone e si è ritrovata bionda. E pure mortificata.