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 2020  aprile 29 Mercoledì calendario

Biografia di Carlo XVI Gustavo


Carlo XVI Gustavo, nato a Stoccolma il 30 aprile 1946 (74 anni). Re di Svezia • «Il re playboy» • «Re suo malgrado» • Asceso al trono alla morte del nonno, re Gustavo VI Adolfo, il 15 settembre 1973. Dal 1° gennaio 1975, quando una riforma del sistema costituzionale svedese codificò le consuetudini già in uso da anni, il suo ruolo è puramente cerimoniale. Ha perso il potere simbolico di nominare il capo del governo e i ministri, la sua firma non è più necessaria per promulgare le leggi, e non è nemmeno più capo delle forze armate. Conserva l’immunità penale. Può votare, anche se non lo fa mai • Consegna i premi Nobel • Ha un appannaggio di 69 milioni di corone svedesi, pari a 6 milioni 400 mila euro. In più, lo Stato gli passa anche altri 67 milioni per il mantenimento dei palazzi, che però sono aperti al pubblico e generano ricavi, e ha rendimenti dalle sue proprietà immobiliari • Famoso per le sue avventure di letto. Nel 2012 un falsario coniò monete da una corona dove, al posto della canonica incisione «Carl XVI Gustaf re di Svezia» era inciso «quel puttaniere del nostro re». Dalla casa reale non è mai arrivata una denuncia • «Raggiunta nel 1971 la maggiore età, che per un erede al trono di Svezia, secondo la Costituzione, è di 25 anni, Carlo XVI Gustavo dichiarò in un’intervista: “Al giorno d’oggi un re deve essere un cittadino come tutti gli altri. Io mi sento e sono un uomo assolutamente comune”. E infatti il discendente del maresciallo napoleonico Bernadotte non ha niente di regale, neanche l’aspetto fisico, più simile a quello di un giovane manager. Mediocre scolaro, mediocre anche come ufficiale di marina, non ha mai dimostralo predilezione per la vita pubblica. Ha sempre amato girare il  mondo per godere tutto quello che il mondo gli offriva. Dicono che il suo motto fosse “brudar, bilar, baatar”, cioè donne, automobili, barche» (Corriere della Sera, 20/6/1976).
Titoli di testa «Il re di Svezia Carlo XIV Giovanni si guardò sempre bene dal mostrare a qualcuno dei suoi camerieri particolari il tatuaggio con la scritta “à bas le roi” che aveva sul petto, un vecchio ricordo del tempo in cui, oscuro capitano figlio dei vinai Bernadotte, si batteva nelle file rivoluzionarie. Per sua fortuna, agli inizi del secolo scorso, non si andava seminudi sulle spiagge nei mesi estivi, ma si conservava, in ogni stagione, un provvidenziale paludamento ricco di sbuffi di trine. Proveniente da un’esperienza popolana, il capostipite della dinastia Bernadotte dovette camuffarsi da nobile per essere accettato dalla Svezia bacchettona e conservatrice di allora. L’ultimo discendente della sua dinastia, quel Carlo XVI Gustavo che si sposa oggi con la signorina tedesca Silvia Sommerlath, si trova in una posizione esattamente opposta, simbolo tollerato in una società che lo adora allo stesso modo in cui si amano le operette, le vecchie ceramiche, i cimeli di famiglia» (Francesco Saverio Alonzo, Corriere della Sera, 19/6/1976).
Vita Primo figlio maschio, dopo quattro femmine, del principe Gustavo Adolfo e della principessa Sibilla di Sassonia-Coburgo-Gotha. Discende dalla regina Vittoria sia da parte di madre che da parte di padre: i suoi sono cugini di secondo grado • Battezzato nella cappella di palazzo il 7 giugno 1946 dall’arcivescovo di Uppsala, primate della Chiesa svedese • Rimane subito orfano: il 16 gennaio 1947, suo padre muore in un incidente aereo all’aeroporto di Copenaghen e lui diventa principe ereditario a soli nove mesi. Ha sette anni quando gli dicono com’è morto suo padre • «Per molto tempo questo giovanotto spensierato e stato protagonista sulle pagine della presse du coeur per i suoi molteplici amori con attricette, fotomodelle, studentesse, comunque tutte borghesi. Lena Skoog, una fotomodella di riviste porno, con cui si diceva avesse avuto un flirt, dichiarò del suo spasimante regale: “È un uomo completo di tutto”. Un’attricetta, Pia Degermark, disse che Carlo Gustavo l’aveva chiesta in moglie, mettendo in imbarazzo la corte. Quando nel 1972 si parlò di un fidanzamento con Anna d’Inghilterra, Carlo Gustavo si precipitò subito a smentire tali voci. “Io non penso - disse - di sposarmi con una donna che non amo, solo per ragioni di Stato, e credo che Anna sia dello stesso mio parere. E poi dove sono queste ragioni di Stato?” Sullo stesso tema, un giornale scandalistico riportò un’altra frase del principe che non venne mai smentita: “Sposerò una donna, mai un cavallo”. Non smentì invece le voci di un flirt serio con Silvia Soinmerlath, di due anni più anziana, figlia di un ricco uomo d’affari di Heidelberg, conosciuta alle Olimpiadi di Monaco del 1972» (Corriere della Sera, 20/6/1976) • L’anno dopo, però, suo nonno muore e Carlo eredita il trono. Il vecchio Gustavo Adolfo aveva un carattere diversissimo dal suo. Appassionato di antichità, si univa alle spedizioni dei suoi archeologi. Vestiva con trasandata raffinatezza: un vecchio abito di tweed, camicia di flanella, vecchi calzettoni di lana, vecchie scarpe rossastre. La regina Louise, già Lady Mountbatten dei principi di Battenberg, munita di guanti robusti e spazzola di saggina, con una vaschetta d’acqua gli mondava dal terriccio i frammenti di coccio, d’argilla e di pietra dello scavo regale. «Sia lode al defunto Oscar Federico Guglielmo Olaf Gustavo Adolfo, Re di Svezia e Duca di Scania, Gran Maestro dell’ordine dei Serafini, cavaliere dell’Elefante, dottore honoris causa delle università di Cambridge, Yale, Clark, Princeton, Chicago: i suoi trionfi ebbero nome Lapponia, Cipro, Campania, Sicilia, Tuscia; i suoi eserciti non aggredirono se non il sottosuolo dì antiche terre, cercando con perseveranza la verità nella pace» (Carlo Laurenzi, Corriere della Sera, 1973) • Al momento del giuramento, Carlo non usa più, per sé stesso, la vecchia formula «per grazia di Dio, re degli Svedesi, dei Goti e dei Vandali», ma semplicemente «re di Svezia». Ha ventisette anni. È il monarca più giovane d’Europa. • Nel 1974 invita Silvia Soinmerlath a stare da lui a palazzo. Il giornale Expressen scrive: «È cotto come un diciottenne. Lei è il tipo di ragazza che gli ci vuole: disinvolta, intelligente, carattere forte e deciso, insomma, una vera tedesca... » • «Carlo Gustavo aveva ormai deciso che la giovane tedesca sarebbe diventata sua moglie, minacciando di abdicare se governo e sudditi si fossero opposti. Secondo la Costituzione svedese il sovrano avrebbe dovuto sposare soltanto una nobile, ma da un secolo a questa parte in Svezia gli obblighi e le prerogative reali sono andati sempre più assottigliandosi. E infatti un emendamento alla  Costituzione che eliminava l’obbligo di matrimonio con una nobile passò quasi inosservato» (Corriere della Sera, 20/6/1976) • «Per il giovane re le scappatelle sono, in ogni caso, terminate dal giorno della morte del nonno […] Prima era un assiduo delle migliori discoteche di Stoccolma. La sua Porsche sostava spesso tutta la notte nelle vicinanze dell’alloggio di una bella ragazza, sempre una nuova. Da quando è divenuto re, Carlo Gustavo ha dovuto per forza condurre una vita del tutto diversa, senza avventure. Troppi occhi si sono infatti appuntati di continuo su di lui. L’invito a Silvia Sommerlath si deve considerare pertanto come una specie di promessa di fidanzamento» (Walter Rosboch, La Stampa Sera, 14/1/1974) • Le nozze sono fissate per il 19 giugno 1976. «Il ridimensionamento della sua figura e delle sue funzioni è ormai sancito da leggi e da regolamenti che sono già entrati nella prassi normale. Ma la gente non vuol rassegnarsi all’idea del re menomato, umiliato, disadorno che vorrebbero i socialdemocratici. E, per un giorno, farà follie» (Francesco Saverio Alonzo, 19/6/1976) • Da duecento anni gli svedesi non vedevano un re sposarsi: erano già tutti ammogliati al momento di ereditare la corona • Silvia, che da parte di madre è argentina, è alta e bella. Dicono somigli a Claudia Cardinale, conquista anche chi è contrario ad avere una regina borghese • Le strade di Stoccolma vengono ricoperte di manti erbosi, fatti arrivare in rotoli da ditte specializzate. Attorno al palazzo reale sbocciano i fiori. I settimanali dedicano le copertine alla coppia di sposi e registrano tirature folli. I volti del re e della futura regina decorano piatti, scatole di fiammiferi, cartoline, scatole di cioccolatini, medaglie, palloncini, portachiavi, saponi antisettici e scatole di preservativi, «queste ultime corredate della scritta, “Siate felici con loro”, quasi ad invitare tutto il popolo svedese a emulare i sovrani nella prima notte di matrimonio» • «Si tratta indubbiamente di una data storica. E la gente, assiepata lungo le strade del corteo o incollata davanti ai televisori, si lascerà ubriacare dall’orgia di ori, di alamari, di gualdrappe, di corone, dimenticando per un’ora la monotonia del suo grigio benessere» (Alonzo) • La vigilia delle nozze, i due promessi sposi ballano fino alle tre di notte. Per l’occasione, gli Abba eseguono per la prima volta in pubblico Dancing Queen • La cerimonia si svolge sotto le volte gotiche della chiesa di San Giorgio, officiata dall’arcivescovo di Stoccolma. Lei indossa un abito di Dior in raso argenteo, un diadema di cammei del colore dell’ambra e del corallo, circondati da perle e uno strascico lungo cinque metri sorretto da paggi in livrea. Lui porta l’uniforme di ammiraglio. Al momento di dire sì e di pronunciare la promessa solenne di fedeltà e devozione, lei bisbiglia, forse intimidita dal proprio accento ancora troppo tedesco. Lui invece è baldanzoso e allegrissimo. Dopo averle infilato l’anello, Carlo non può baciare la sposa: l’etichetta prevede una serie di inchini rivolti alle coppie regali belga, norvegese, danese, all’ex re Costantino di Grecia, ai principi e alle principesse, ai presidenti delle repubbliche finlandese, tedesca federale e islandese. Poi finalmente è fatta • I due sposi escono dalla chiesa dove li aspettano centottantamila persone. Con una carrozza raggiungono il mare e salgono sulla scialuppa regale Vasaorden. La nave, gioiello dell’architettura navale, bianca e azzurra con decorazioni dorate e sospinta da diciotto vogatori, fa due volte il giro del porto, salutata da hurrà, colpi di fischietto e salve di cannone. Subito dopo, il pranzo di gala, con 1200 invitati • I repubblicani svedesi, intanto, festeggiano il «matrimonio alternativo» con un grande pic-nic in un parco allietato da orchestrine pop. Ricordano al popolo svedese l’ingiustizia del sistema monarchico e il diritto a festeggiare se stesso. In molti, a Stoccolma, rimangono alzati fino a tardi: alcuni in frac, nei saloni del castello; altri, in migliaia, con un semplice maglione, a protestare contro il re.
Figli Tre. La principessa Vittoria (n. 1977), il principe Carlo Filippo (n. 1979), la principessa Madeleine (n. 1982). Hanno sposato rispettivamente un allenatore, una modella e un uomo d’affari inglese • Nel 1980 la Svezia abolì la legge salica e il rango di erede al trono passò da Carlo Filippo a Vittoria.
Nipoti Sette. Hanno tutti il titolo di duca.
Scandali Nel 2010 uscì una biografia non autorizzata (Carl XVI Gustaf – Den motvillige monarken (Carlo Gustavo, il re riluttante), scritta da tre giornalisti: «Attraverso ricerche durate due anni gli autori scoprono che Carlo Gustavo subito dopo aver conosciuto, nel 1972, l’attuale regina Silvia cominciò ad organizzare “festini selvaggi”. Queste feste a luci rosse, che sono durate almeno per due decenni, vedevano come protagonisti il re, un ristretto gruppo di suoi amici, e decine di giovani modelle e attrici che di rado superavano i 20-21 anni. Gli incontri avvenivano quasi sempre in un esclusivo locale notturno di Stoccolma: il Club Power, di proprietà di un certo Mille Mankovic, che la stampa svedese chiama “il gangster”, visti i suoi precedenti penali. Le allegre serate del re avevano un rituale: dapprima una cena, poi balli (il re è un provetto ballerino), striptease, infine il gran finale. Il re amava intrattenere le ragazze immerso in una vasca Jacuzzi. Alcune volte l’allegra brigata (capitanata dal sovrano) faceva delle scampagnate: due ragazze, citate nel libro, sostengono che ad Äre, località turistica della Svezia occidentale, il re si occupò personalmente di accoppiare i suoi ospiti. Arrivati nell’albergo, il re scrisse su dei cartoncini i nomi delle coppie che dovevano dividere le stanze. Un re riluttante forse a portare la corona, ma con notevoli doti organizzative» (Paolo Torretta, Corriere della Sera, 8/6/2011) • Il libro parla poi di una relazione del re con tale Camilla Henemark, modella, cantante e attrice, una storia durata anni e finita a inizio anni Novanta • «Non ho ancora avuto il tempo di leggerlo, ma ho visto un paio di titoli di stampa che non mi sono piaciuti molto» • «Si tratta di episodi mai provati e ormai lontani nel tempo» • I giornali dicono sia «il Berlusconi del nord» e che sua moglie la regina ha smesso di portare la fede nuziale • Mille Markovic, famoso criminale svedese, lo ricatta: dice avere sue fotografie compromettenti negli anni 80. Poi si scopre che sono ritoccate • «Buona parte dell’opinione pubblica chiede la sua abdicazione e l’incoronazione della principessa Victoria. Una forte minoranza, però, è disposta a chiudere un occhio di fronte alle intemperanze sessuali di Carlo Gustavo. E, a sostegno di questa tesi, vengono citati alcuni precedenti storici. Il fondatore della dinastia fu il generale napoleonico Jean-Baptiste Bernadotte (1763-1844). Il suo unico figlio, re Oskar I di Svezia (1799-1859), ebbe quattro figli legittimi e due illegittimi dall’attrice Emilie Högquist. E numerose relazioni extraconiugali ebbero alcuni suoi discendenti, in particolare il nonno di Carlo Gustavo, Gustavo VI Adolfo, il quale aveva, nel centro di Stoccolma, un appartamento dove riceveva le sue numerose amanti» (Torretta).
Curiosità Lui e la regina hanno scelto di abitare nel palazzo di Drottningholm • Il suo regno è il più lungo della storia svedese • È un provetto ballerino • È dislessico.
Titoli di coda Pensa che la figlia Victoria non abbia bisogno di consigli, per quando erediterà il trono: «È sempre  stata in gamba... tutta suo padre».