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 2020  aprile 29 Mercoledì calendario

Aggiorno dunque sono

Aggiorno dunque sono. Se è vero che il contact tracing potrebbe diventare un test importante su cosa si può ottenere con un sapiente utilizzo della tecnologia non dimentichiamo che molto dipenderà in realtà (oltre che dalla effettiva capacità di fare tamponi a tappeto) da un’azione con la quale non tutti hanno un buon rapporto: l’aggiornamento del sistema operativo. Apple dovrebbe rendere disponibili le Api – le porte che permettono agli sviluppatori di interfacciarsi con il software – a maggio. E solo dopo aggiornerà il sistema iOs dell’iPhone. Indiscrezioni parlano dell’attivazione delle funzionalità per il contact tracing verso il 13-15 maggio, ma nulla è certo. Dunque, in poche parole, avere la app prima non servirà. Inoltre bisogna considerare che il sistema operativo più diffuso in Italia è Android: circa tre smartphone su quattro usano il sistema Google. E qui si apre un mondo. Perché Android cambia, e di molto, a seconda della fascia economica del telefono. Inoltre più il telefono è economico, più il sistema operativo è vecchio e meno l’utente è interessato al rituale esistenziale dell’aggiornamento. Proprio per questo motivo Google sta pensando di aggiornare direttamente le proprie librerie, un passaggio tecnico che libererebbe l’utente dal pensiero. In ogni caso, prima di questi update di sistema il tracciamento dei contatti tramite l’app di cui si deve ancora decidere il nome (Immuni è oggettivamente infelice, è un bene che se ne siano accorti al ministero dell’Innovazione) è un’operazione vacua, per non dire inutile. Bisogna tenerne conto per interpretare le parole del commissario Arcuri che ha parlato di maggio e del rilascio di diverse funzionalità nel tempo: anche se può sembrare ironico il mondo della tecnologia è intriso di passaggi tecno-burocratici che possono fare da imbuto alle migliori intenzioni. L’Ucas, l’ufficio complicazioni affari semplici, è sempre dietro l’angolo. Dunque speriamo che alle difficoltà tecniche non si voglia aggiungere un’anomalia gravitazionale tutta italiana, con il lancio in pompa magna di una app che è, in estrema sintesi, un semaforo spento se non collegato alla cartella sanitaria. Con un dubbio anche scientifico: si diventerà gialli dopo 15 minuti di esposizione. Ma non bastava un singolo starnuto di pochi secondi?