https://www.lettera43.it/coronavirus-italia-mezzi-pubblici-distanziamento/, 28 aprile 2020
Per le aziende di trasporto pubblico rispettare il distanziamento è impossibile
A pochi giorni dall’inizio della fase 2, le aziende del trasporto pubblico hanno scritto una lettera al governo per denunciare l’impossibilità di rispettare le regole di distanziamento sociale a bordo dei mezzi. I presidenti delle associazioni di categoria Agens e Asstta, Arrigo Giana (Atm Milano) e Andrea Gibelli (Ferrovie Nord), si sono rivolti direttamente alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli. Facendo presente che rispettare la distanza di un metro fra i passeggeri significherebbe «ridurre la capacità del sistema al 25-30% del normale».
PROBLEMI ANCHE PER STAZIONI E FERMATE
In altre parole, le aziende del trasporto pubblico non sono in grado di soddisfare i requisiti di sicurezza fissati dall’esecutivo. Secondo Giana e Gibelli, inoltre, i limiti decisi dal governo non riguardano solo la capienza dei veicoli, ma anche quella dei luoghi di attesa dei mezzi, come stazioni o fermate di superficie.
RISCHIO DI ASSEMBRAMENTI INCONTROLLABILI
Di conseguenza, «l’offerta di trasporto sarebbe assolutamente insufficiente, anche a fronte di una domanda che, prevedibilmente, sarà inferiore» rispetto al periodo pre-pandemia. Il vincolo di un metro, come se non bastasse, potrebbe finire per generare sovraffollamento a ridosso delle aree di attesa, ottenendo un effetto contrario a quello desiderato con «assembramenti non controllabili e pericolosi per la salute delle persone», oltre che «potenziali problemi di ordine pubblico».
SÌ ALLE MASCHERINE, MA CI VOGLIONO ANCHE I RISTORI
Per questi motivi il direttore generale di Atm Milano e il presidente di Ferrovie Nord chiedono alla ministra De Micheli di mantenere in vigore solo l’obbligo di utilizzo delle mascherine da parte degli utenti. E invocano «semplificazioni amministrative» per consentire alle aziende di trasporto di intervenire con tempestività per «diversificare l’offerta dei servizi». Infine, sottolineano come sia «essenziale» garantire l’equilibrio economico-finanziario, assicurando l’integrale ristoro dei minori ricavi e dei maggiori costi gravanti sulle aziende.