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 2020  aprile 28 Martedì calendario

Annullati 17 mila matrimoni

Finché virus non vi separi. «Il nostro mondo, seppur invisibile, porta all’Italia oltre 10 miliardi di euro l’anno di fatturato». Numeri destinati a un drastico calo. Che a causa dell’emergenza legata al coronavirus rischia di falcidiare il settore del wedding.
In Italia i matrimoni annullati tra marzo e aprile sono stati 17 mila. E altri 50 mila sono in dubbio per maggio e giugno. Il Dpcm dello scorso marzo non ammette deroghe: «Sono sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».
Restrizioni che hanno obbligato le coppie intenzionate a sposarsi a rinviare o ad annullare le nozze. Secondo Assoeventi, l’associazione nazionale events luxury wedding di Confindustria, a livello nazionale il comparto conta oltre 10 mila aziende coinvolte nella creazione e nella vendita di abiti da sposa.
Un dato che sale a 43 mila imprese, per un totale di un milione di lavoratori, se si considerano tutte le attività che ruotano attorno alle cerimonie: location, fioristi, catering, fotografi, musicisti e wedding planner.
Per una perdita stimata in circa 26 miliardi.

«Il problema è molto più ampio perché riguarda anche i grandi eventi, non solo il wedding», ha spiegato il presidente di Assoeventi, Michele Boccardi. «Faremo i sacrifici che il governo ci ha chiesto nella speranza che la diffusione del coronavirus possa essere contenuta e che non si renda necessario reiterare ulteriormente la sospensione degli eventi nei prossimi mesi».
Le imprese del settore hanno sollecitato il governo per chiedere l’annullamento dei pagamenti degli F24, dei tributi, delle cartelle esattoriali e delle rate dei mutui. Alle Regioni, invece, è stata proposta l’attivazione della cassa integrazione in deroga per i dipendenti a tempo indeterminato. «Le imprese faranno la loro parte e chiediamo alle istituzioni di fare altrettanto».

Sul web è stata lanciata una petizione, denominata #insiemexilwedding, tramite la quale i promotori di Italian wedding awards, l’Oscar nazionale dei matrimoni, hanno invocato il sostegno a un comparto che rischia di subire un calo dei ricavi del 100%.

I casi nei quali i matrimoni vengono ugualmente celebrati, con un solo testimone e il sì pronunciato dietro la mascherina, sono rari. Uno si è tenuto alla fine di marzo a Castellana Grotte, in Puglia, una delle regioni maggiormente colpite dalla crisi del settore del wedding con la probabile sospensione di quasi 20 mila matrimoni e il blocco di un giro d’affari da un miliardo e mezzo di euro. Anche in Sardegna, dove si trovano location e luoghi ideali per festeggiare le nozze, rischiano di saltare 5 mila celebrazioni.

L’alternativa per le coppie che non intendono rinunciare al matrimonio? Quella adottata a New York e negli Emirati Arabi, dove le nozze vengono celebrate online su piattaforme digitali come Skype e Zoom. In quel caso, a separare i futuri sposi, può essere solo un calo di connessione.