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 2020  aprile 27 Lunedì calendario

Aumenta lo stress sulle banche. Tassi su

Le banche europee sono, e saranno, sottoposte a una pressione con pochi precedenti. La pandemia sta pesando su fiducia e redditività. Il tasso Euribor, che misura l’interesse del finanziamento interbancario nell’eurozona, è ai massimi dal 2016. E’ un sintomo che, nonostante le misure della Bce, non si placa lo stress intorno alle banche tedesche, francesi, spagnole e italiane. Nuove misure potrebbero giungere a breve.
Se nel 2007/2008, nel pieno della crisi dei mutui subprime, fu Wall Street a essere la più vulnerabile, ora la situazione si è capovolta. In Europa le fragilità sono più evidenti. Un segnale del clima di tensione tra istituti di credito è fornito dal tasso Euribor a tre mesi, che al 12 marzo scorso era -0,489%, il minimo dal 2015, quando ancora era in territorio positivo. Vale a dire, pochi giorni dopo il lockdown italiano e appena prima quello degli altri Stati Ue. Alla chiusura dei mercati di venerdì, era salito a quota -0,161 per cento. Sono peggiorate le condizioni del rifinanziamento tra le banche e sta venendo meno la fiducia tra esse.
Due sono i motivi, almeno secondo gli analisti di Goldman Sachs. Primo, le incognite relative alla profondità della recessione che sarà a doppia cifra, stimano gli economisti della banca statunitense. Secondo, l’incertezza riguardo la nascita di nuove sofferenze bancarie, che saranno amplificate dalla contrazione del Pil. «I crediti dubbi aumenteranno su base globale», hanno spiegato gli economisti di J.P.Morgan. Roma, Parigi e Berlino non sono esclusi. Laddove ci sarà una flessione più ampia, vi saranno maggiori difficoltà a ripagare i finanziamenti. Ed è per tale ragione che sta crescendo lo scetticismo nel mercato interbancario.
Un altro indicatore dello stress attuale sono i Credit default swap (Cds), i derivati che fungono da polizza assicurativa contro il fallimento di un asset. Tre sono le banche, a livello globale, che hanno visto i propri Cds a 5 anni incrementare di più il proprio prezzo: Deutsche Bank, UniCredit e Intesa Sanpaolo. In tre mesi, il costo per acquistare un Cds su Deutsche Bank è cresciuto di 90,8 punti base, fino a quota 146,96. Peggio è andata per Intesa, più 120,8 punti base, e per UniCredit, più 129,9. Ora i Cds delle due principali banche domestiche sono quotati, rispettivamente, a 197,23 e 197,93 punti base. Anche per ciò gli analisti temono nuovi movimenti del rating.
In dubbio ci sono anche i processi di ristrutturazione e consolidamento del sistema bancario europeo. L’offerta pubblica di acquisto di Intesa su Ubi non è in discussione, ha spiegato l’amministratore delegato di Ca’ de Sass, Carlo Messina. Ma, alla luce dell’emergenza sanitaria, un impatto potrebbe esserci per tutti i soggetti di questa partita. Così come per Deutsche Bank e Commerzbank, impegnate nella ridefinizione del loro futuro. O come le francesi Société Générale e Crédit Agricole.
Per ovviare alla situazione che si è creata, la Bce potrebbe agire ancora, come sottolineato da Bnp Paribas. Possibile dunque l’acquisto di carta commerciale e obbligazioni societarie di qualsiasi livello di rating, come già fa la sua corrispettiva statunitense, la Federal reserve. Se le turbolenze dovessero prolungarsi, spiegano fonti bancarie, «è difficile che la Bce stia a guardare».