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 2020  aprile 26 Domenica calendario

Formula 1, la partenza vale 2 miliardi

Anche gli sport ricchi piangono. La Formula 1, tra probabili tagli di stipendio dei piloti, smaltimento anticipate delle ferie (per i team più grandi) e cassa integrazione (sia per i dipendenti del team organizzatore, sia del personale delle scuderie minori) sta facendo di tutto per cercare di salvare un giro d’affari (o parte di esso) che nella passata stagione è stato di oltre 2 miliardi di dollari.
Proprio in queste ore si attende il nuovo calendario delle gare, dopo che tra cancellazione e rinvii ben 9 appuntamenti su 22 non sono stati disputati. In attesa che il circus riprenda (inclusi F2 e F3 che quando gareggiano lo fanno negli stessi week end in cui si disputa la F1), magari già in Europa dal 5 luglio in Austria a Spielberg o al più tardi il 19 luglio nel Regno Unito a Silverston, vediamo alcuni dati economici che potrebbero far capire il perché gli organizzatori lavorino alacremente affinché tutto riparta al più presto.
Il fatturato della Formula 1 
Nel 2019 Formula one group (Fog, posseduta dal 2016 da Liberty media) ha raggiunto un fatturato consolidato di 2,022 miliardi di dollari (quasi 1,9 miliardi di euro), registrando così un incremento dell’11% rispetto agli 1,827 miliardi del 2018. Il 2019 è stato anche il primo anno (sui 3 anni di gestione di Liberty media) in cui Fog ha realizzato utili: 17 milioni a fronte di perdite per 68 milioni nel 2018 e di 37 milioni nel 2017.
I principali ricavi
Le entrate di Formula one group sono principalmente rappresentate dai diritti televisivi/broadcasting rights (40%), sponsorship (20%) e hosting fees (40%), cioè gli importi pagati dai Paesi/Federazioni nazionali ospitanti le varie gare. Per alcuni Gp si arriva a versare fino a 35 milioni di dollari per ospitare l’evento (come nel caso del Vietnam che avrebbe dovuto fare il suo debutto il 5 aprile scorso e che forse verrà recuperato).
Le principali uscite
La primaria voce di costo è rappresentata dai premi riconosciuti alle squadre: nel 2019 hanno inciso per 1,012 miliardi di dollari contro i 913 milioni del 2018. Altre significative voci di spesa sono quelle relative alla organizzazione degli eventi.
Il budget cap
Per quanto riguarda i team partecipanti al campionato il dato più significativo è quello relativo ai budget che vanno dagli oltre 400 milioni di dollari per team come Mercedes e Ferrari, ai circa 350 milioni di Red Bull, 250 milioni di McLaren, 200 milioni di Renault per arrivare infine ai circa 150 milioni dei team di media classifica. 
Dalla prossima stagione 2021 è stato fissato un “budget cap” (tetto alle spese) a 175 milioni di dollari al fine di contenere la crescita dei costi e di livellare la competizione. In queste settimane, però, i team stanno discutendo (anche con toni a volte accesi tra i vertici della squadre leader), assieme all’organizzatore la possibilità di ridurre questo cap di 25/35 milioni, portandolo dunque a 150/140 milioni. Ma è tutto ancora da decidere.
Sembrerebbe, inoltre, che si stiano discutendo ulteriori misure finalizzate ad arginare la crisi connessa al Covid-19 che potrebbe portare alla chiusura di alcuni dei team oggi presenti in griglia.
La Formula 2 e Formula 3
Un capitolo a parte, poi, è rappresentato dalla F2 e F3, cioè le due serie di “contorno” dove giovani piloti testano le capacità di guida, nella speranza di approdare nella massima serie. I diritti di entrambe le competizioni appartengono alla Formula motorsport limited (Fml, fa parte di Fog) i cui ricavi derivano principalmente dalla promozione delle singole gare delle due serie, dalla licenza dei diritti televisivi e, infine, dalla vendita ai team di vetture, componenti e pezzi di ricambio. Queste ultime 3 voci, infatti, vengono acquistate da Fml dai fornitori esclusivi e, successivamente, rivendute a prezzo “calmierato” ai singoli team partecipanti. Motivo per cui le stesse voci finiscono anche per costituire, sempre all’interno del bilancio consolidato di Fog, un rilevante costo.
Il budget per le due serie minori
Il budget per una stagione di F2 è il 2-2,5% (percentuale che si dimezza nel caso della F3) di quello di un team di media classifica di F1 ed è costituito, nella quasi totalità, dalle fees pagate dai piloti per gareggiare. I giovani, infatti, pagano per una stagione di F2 tra 1,5 e 2 milioni di euro, mentre per partecipare alla F3 versano tra 600.000 e 1 milione. Di poco conto le entrate da sponsorizzazioni, premi, licensing e merchandising.
Le vetture
C’è molto “made in Italy” in F2 e F3. Le vetture sono tutte uguali: progettate e costruite dall’italiana Dallara, motorizzate dalla francese Mecachrome e tutte montano pneumatici Pirelli. Di fronte ad auto uguali, quindi, quello che fa la vera differenza è il talento dei singoli piloti: il 50% dei driver che attualmente gareggia in F1 ha partecipato al campionato di F2 e ben il 75% al campionato di F3.
Le preoccupazioni del settore
«La situazione non è chiara – spiega René Rosin, Team principal di Prema racing -, ma da parte di tutti c’è la volontà di ripartire al più presto anche se la stagione 2020 rischia di essere compromessa in termini di risultato economico. Tutto ciò porterà alla ricerca di un compromesso, anche con i nostri clienti, per non danneggiare troppo la nostra struttura. Pure avendo una ripartenza al più presto, l’effetto del Covid-19 sarà ancora presente nella stagione 2021 in quanto fortemente collegata con quella attuale. Nel caso invece di non ripartenza del circuito automobilistico – conclude Rosin -, ci potrebbero essere effetti drammatici in molte realtà del nostro settore».