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 2020  aprile 26 Domenica calendario

Il debito pubblico Usa supera i livelli del dopoguerra

La superpotenza americana è seduta su una montagna di debiti. Tre D: debito pubblico, indebitamento delle società, debiti dei cittadini. Per combattere il coronavirus a fine febbraio l’amministrazione Trump ha proposto un primo stanziamento di 2,5 miliardi di dollari. Cifra che in poche settimane è lievitata migliaia di volte: il 27 marzo il Congresso ha approvato il pacchetto di aiuti da 2.350 miliardi del Coronavirus Aid, Relief and Economic Security, più noto con l’acronimo Cares Act, prendersi cura. Venerdì scorso il presidente ha firmato una nuova legge che stanzia 484 miliardi di fondi aggiuntivi per piccole imprese, ospedali e test.
Agli oltre 2.800 miliardi di aiuti federali vanno aggiunte le dieci misure di emergenza decise dalla Federal Reserve da marzo per sostenere l’economia dai danni del Covid-19: si parla di almeno 4mila miliardi di dollari.
La doppia azione di salvataggio ha fatto schizzare in alto le proiezioni sul debito federale americano che si prepara quest’anno a surclassare il record della spesa pubblica degli Stati Uniti che risale alla Seconda Guerra Mondiale.
Nel complesso gli aiuti messi in campo dal governo americano e dalla banca centrale contro il coronavirus superano i 6.800 miliardi di dollari. Una somma monstre che equivale al 31,7% del Pil annuo della prima potenza economica mondiale (21.427 miliardi nel 2019). La cifra è destinata ad aumentare ancora, con i fondi federali per gli stati a rischio default che verranno decisi nelle prossime settimane.
Con gli aiuti stanziati finora per il Covid-19 il debito pubblico americano è salito a 24.700 miliardi (Usdebtclock.org). Se in Italia in questi giorni la più grande manovra della storia della Repubblica ha aggiunto 55 miliardi di deficit al bilancio dello stato, negli Stati Uniti il deficit federale quest’anno si moltiplicherà per quattro: a 3.800 miliardi di dollari secondo le previsioni del Congressional Budget Office (Cbo): nel 2019 il deficit era di 948 miliardi.
I 43.100 euro di debito pubblico che pesano sul capo di ogni italiano, negli Stati Uniti, con i livelli di spesa attuali, equivalgono a 74.900 dollari di debiti (più di 69mila euro) per ogni americano. 
Il rapporto tra debito pubblico e Pil Usa è salito al 114%, secondo il Committee for a Responsible Federal Budget. Il record precedente del rapporto deficit/Pil del 106% risale al 1946. Nel 2000 il Deficit/Pil Usa era al 58,2%. Se verranno confermate le proiezioni attuali, a settembre il debito pubblico sarà maggiore della crescita dell’economia americana. Con tre anni di presidenza Trump il debito pubblico aveva già raggiunto livelli record, per l’aumento della spesa e la riduzione degli introiti fiscali generati dal taglio delle imposte societarie dal 35% al 21%, in vigore dal 2018.
L’emergenza economica causata dal Coronavirus ha amplificato il problema del debito. I tre D, i debiti pubblici, i debiti delle aziende e i debiti dei consumatori, messi assieme hanno superato il 250% del Pil Usa secondo le ultime stime degli economisti.
Molte aziende travolte dal peso dei debiti vedono azzerati di colpo gli utili: nel 2019 l’indebitamento complessivo della Corporate America ha superato i 16mila miliardi. I bassi tassi di interesse della Fed, dal 2008 in poi, hanno favorito l’esposizione debitoria in questi anni, il buyback azionario e l’aumento dei dividendi. Non è più così: da metà marzo le grandi aziende americane hanno attinto dalle banche Usa crediti per oltre 200 miliardi. Il 90% dei gestori di prestiti corporate nelle grandi banche Usa intervistati in un sondaggio dell’International Association of Credit Portfolio Managers, prevede un incremento dei default societari nel prossimo trimestre. S&P Global Ratings ha lanciato l’allarme sul numero di grandi aziende americane che vedono aumentare ai massimi da dieci anni il costo del debito. Tra questi, colossi come Delta, Ford, Chevron, Walt Disney.
Infine i debiti degli americani lo scorso anno hanno raggiunto il record di 16.100 miliardi, ma restano ancora al di sotto dei livelli della crisi subprime. Oltre 26 milioni di persone hanno perso il lavoro nelle ultime cinque settimane. Molti hanno mutui da pagare: il Covid-19 ha appesantito la situazione finanziaria di 50 milioni di persone, secondo Moody’s. Il Cares Act ha bloccato il pagamento dei debiti studenteschi fino al 30 settembre. Qualche banca ha sospeso il pagamento delle rate sui mutui. Potrebbe non bastare in un’economia come quella americana spinta dai consumi, come nota Tomasz Piskorski della Columbia Business School, il quale prevede che il perdurare della crisi assieme alla disoccupazione record possa portare al default un terzo dei mutui.