La Lettura, 26 aprile 2020
Gli asteroidi che passano vicino alla terra
Un asteroide grande quanto una montagna passerà «vicino» alla Terra mercoledì 29 aprile. Si chiama (52768) 1998 OR2: 1998 è l’anno della scoperta, è massiccio, con una lunghezza minima di 1,8 chilometri e massima di 4,1 chilometri, e scorrerà a una velocità di 8,7 chilometri al secondo fino a una distanza minima dalla Terra di circa 16 LD, Lunar Distance (1 Lunar Distance, cioè la distanza Terra-Luna, è di 384.400 chilometri), ovvero a circa 6 milioni di chilometri. Si può tirare un sospiro di sollievo, poiché gli scienziati che monitorano gli asteroidi potenzialmente pericolosi (almeno quelli finora scoperti) hanno calcolato che la grande distanza esclude il rischio di un impatto con il nostro pianeta.
Tuttavia, sopra la nostra testa continuano a passare ogni giorno corpi grandi e piccoli anche molto vicini. Per farsi un’idea: il 15 aprile, pochi giorni fa, due asteroidi assai più piccoli di 1998 OR2, e appena scoperti, 2020 HO (lungo 6 metri) e 2020 GH2 (lungo 17 metri), sono passati a un soffio da noi, rispettivamente a sole 0,8 e 0,9 LD: in pratica si sono infilati tra la Terra e la Luna, a meno di 1 LD, sfiorandoci l’uno a 307.500 e l’altro a 346.000 chilometri. E il 7 maggio l’asteroide 2016 HP6, di 31 metri, passerà a 4,3 LD.
La questione è che esistono milioni di asteroidi nel Sistema solare, corpi che vanno dalle dimensioni di un camion a quelle di un pianetino. Un serbatoio cospicuo è la Fascia principale degli asteroidi, che orbita non troppo distante da noi, tra Marte e Giove, un’altra è la Fascia di Kuiper, oltre i pianeti esterni: finché questi corpi rocciosi (Fascia principale) o ghiacciati (alcuni della Fascia di Kuiper sono a metà strada tra asteroidi e comete) restano nelle loro orbite, non c’è troppo da preoccuparsi. Ma regioni così affollate e turbolente sono luoghi di urti frequenti e di massicce perturbazioni dovute all’effetto gravitazionale dei pianeti, in particolare di Giove, e così un’infinità di oggetti grandi e piccoli finisce con l’uscire dal mucchio e schizzare su orbite diverse e molto più vicine a noi, con vari gradi di pericolosità per la Terra. Non va dimenticato che con tutta probabilità è stato proprio un asteroide di 12 chilometri di diametro a provocare l’estinzione dei dinosauri 65,95 milioni di anni fa, schiantandosi sulla Terra e formando il cratere di Chicxulub in Messico.
Quali sono le categorie di oggetti classificate come Neo, Near-Earth Objects («oggetti vicini alla Terra»), che possono essere anche Pha, Potentially Hazardous Asteroids («asteroidi potenzialmente pericolosi»)? Se si tolgono le comete (non si conoscono impatti di comete sulla Terra), le principali sono tre, e cioè le categorie Aten, Amor e Apollo, asteroidi che non si trovano nella Fascia principale ma si sono stabiliti su orbite ben più vicine, che risultano interne, esterne o (il caso peggiore) «incrociate» con l’orbita terrestre. C’è anche una quarta categoria di oggetti che per ora non pare darci fastidio, gli asteroidi Vatira, che ruotano tra Venere e il Sole e sono stati scoperti da poco.
Tra gli oggetti Neo, i più pericolosi sono quelli che incrociano l’orbita terrestre, gli asteroidi di tipo Aten e gli Apollo (il grosso 1998 OR2 atteso il 29 aprile è di categoria Amor): un esempio eclatante di Neo del gruppo Aten è Apophis, che ha creato allarme in questi anni perché i calcoli iniziali degli scienziati (2004) avevano previsto un alto rischio d’impatto con la Terra nel 2029, poi ridimensionato. Apophis resta un sorvegliato speciale, con i suoi 320 metri di diametro e la possibilità futura di entrare in risonanza orbitale con la Terra e quindi di avvicinarsi ulteriormente, ma almeno per i passaggi del 2029 e del 2036 la sua pericolosità, su una scala di dieci livelli chiamata Scala Torino, è zero (dopo essere stata anche 4, quasi al livello arancione di rischio).
Molto numeroso è anche il gruppo di asteroidi di tipo Apollo, che comprende oggetti grandi come Toutatis, 5 chilometri di diametro, passato nel 2004 a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, o Fetonte, di 5,1 chilometri. Alcuni sono stati obiettivi di missioni spaziali dedicate allo studio della natura degli asteroidi e alle diverse possibilità di deviarne l’orbita in caso di pericolo per la Terra, magari distruggendoli: un grande asteroide di tipo Apollo, 162173 Ryugu, 870 metri di diametro, è stato raggiunto nel 2018 dalla sonda giapponese Hayabusa 2 che ha sganciato sul corpo celeste una coppia di rover per raccogliere materiali «bombardando» la massa rocciosa. Su Bennu, mezzo chilometro di diametro, uno degli asteroidi Apollo più pericolosi (a partire dall’anno 2175 ci sono vari rischi di impatto) è arrivata nel 2018 la missione Osiris-Rex della Nasa che proprio in questi giorni sta raccogliendo i primi campioni (se ne è occupata anche «la Lettura» #378 il 24 febbraio 2019 ). Sono decine i Neo da tenere sotto controllo: l’asteroide 1950 DA, ad esempio, di più di un chilometro di diametro, è un altro asteroide Apollo al momento in testa alla lista di pericolosità, per il quale è stato calcolato un impatto con la Terra nel 2880.
Come tenere sotto controllo i passaggi dei Neo? Esistono piattaforme online, scientifiche o divulgative, dedicate a questi corpi celesti (con le comete, i più primitivi del nostro cielo vicino), che offrono ogni dato possibile sui passaggi passati, presenti e futuri: si può visitare il sito Cneos della Nasa, Center for Near-Earth Object Studies, che ha sezioni su Close Approaches («incontri ravvicinati») e perfino su Impact Risk («rischio d’impatto»), con le misure, le distanze degli asteroidi e le effemeridi che ne calcolano la posizione per individuarli in cielo (il sito è cneos.jpl.nasa.gov). E poi c’è la ricerca di nuovi asteroidi: molti sono stati scoperti da amatori, astrofili dilettanti e appassionati.