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 2020  aprile 26 Domenica calendario

Fondi Ue, la differenza tra Italia e Grecia

Il Meccanismo europeo di stabilità, noto anche come «Fondo salva Stati», è diventato la bestia nera di una parte della classe politica italiana. Il suo ruolo, all’epoca della crisi greca, fra il 2010 e il 2o15, viene spesso associato a quello della Troika, composta da tre istituzioni (il Fondo monetario internazionale, l’Unione Europea e la Banca centrale europea) che stavano salvando la Grecia con generosi finanziamenti e avevano il compito di vigilare sul risanamento dei suoi conti. È certamente vero che vi fu una circostanza in cui la Troika condizionò la concessione di aiuti internazionali alla riduzione dei salari minimi, in Grecia, del 22%. Fu una interferenza negli affari interni del Paese. Ma i prodotti greci sui mercati internazionali sarebbero stati meno costosi e quindi più competitivi; e d’altro canto non vi sarebbe stata una tale richiesta se la Grecia in quel momento non avesse perduto una buona parte della sua credibilità finanziaria. Moody’s e Standard and Poor’s stavano tagliando i livelli del suo rating e un’altra agenzia, Fitch, sosteneva che la Grecia, in quelle condizioni, sarebbe stata costretta a uscire dall’euro e che la sua uscita avrebbe pregiudicato l’esistenza della moneta unica. 
Nessuno, allora, aveva dimenticato che la Grecia, per essere accolta nella famiglia dell’euro, aveva falsificato i suoi bilanci. Il mondo lo apprese quando all’inizio della sua carica un nuovo primo ministro, George Papandreou, lo rivelò ai suoi connazionali e al mondo. Aveva vinto le elezioni alla fine del 2009 e voleva prendere le distanze dalle responsabilità dei suoi predecessori. L’Unione Europea, il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea sono stati severi, ma la posta in gioco, insieme alla sorte della Grecia, era quella dell’Europa e della sua moneta. E in ultima analisi furono i soldi dei creditori (300 miliardi) che salvarono la Grecia dalla bancarotta. 
Ogni confronto della crisi greca con il caso italiano sarebbe assurdo e la battaglia di questi giorni contro il Mes non è un problema della finanza europea. È soltanto uno sgradevole capitolo del romanzo politico italiano. Come ha suggerito Wolfgang Münchau sul Financial Times del 2 aprile, elementi del governo cercano di riacquistare il peso perduto nella coalizione, dopo la diminuzione dei loro consensi nel Paese, sfruttando il crescente euroscetticismo della società italiana. Due partiti dell’opposizione, Lega e Fratelli d’Italia, sono più o meno nelle stesse condizioni. Una tale politica è particolarmente ingiustificabile nel momento in cui il Fondo salva Stati può fornire i suoi finanziamenti senza le condizioni che furono richieste, alla Grecia, in un periodo in cui la falsificazione dei bilanci aveva pregiudicato la sua credibilità finanziaria; e giustificato la prudenza dei suoi creditori.