Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  aprile 26 Domenica calendario

Il santone che ha ispirato Trump

Hanno fatto un ‘pacco’ a Donald Trump. E lui se l’è ‘comprato’, compromettendo, d’un colpo solo, la fama d’uomo d’affari ‘cui non la si fa’ e il – residuo – prestigio di presidente degli Stati Uniti. A dargliela a bere è stato Mark Grenon, un personaggio tra il predicatore evangelico dell’America Duemila e l’imbonitore ciarlatano del Far West, instillandogli il germe del dubbio che una ‘cura miracolosa’ – gocce di candeggina diluite in acqua – poteva servire a combattere il coronavirus.
Grenon è l’arcivescovo – così si definisce – della Genesis II, Chiesa della Salute e della Guarigione, il cui fondatore, Jim Humble, se ne vive fuori dalla portata delle leggi degli Stati Uniti, in Messico. Humble è stato cercatore d’oro in Nevada e sostiene di essere giunto sulla Terra da un’altra Galassia. L’ultima sua residenza nota, e rivelata da un reportage della Abc nel 2016, è un villaggio vicino a Guadalajara.
In dissenso con i suoi seguaci, che lo avrebbero tagliato fuori dai profitti della sua chiesa, Humble ha recentemente sconfessato il suo intruglio: “Non cura niente”; ma non l’ha scritto a Trump. Grenon, invece, ha mandato giorni fa una bella letterina alla Casa Bianca, che ha catturato l’attenzione presidenziale. L’arcivescovo se ne va in giro a predicare ogni settimana in una cattedrale diversa, spesso un motel all’intersezione di due statali. Più che dei fedeli, cerca, con citazioni dal Libro dei Salmi, creduloni che si portino a casa la sua cura miracolosa capace di curare ogni malattia, dall’autismo al cancro e, naturalmente, ora che ce n’è bisogno, al coronavirus: secondo la ricetta asta mischiare da tre a sei gocce di candeggina con l’acqua e bere la soluzione. Chi ha la vocazione e può spendere circa 500 dollari può diventare ‘ministro della salute’ della chiesa e trasformarsi a sua volta in imbonitore. Grenon e la Genesis II hanno già ricevuto a più riprese diffide dalle autorità federali: l’ultima il 17 aprile, quando la Food and Drug Administration ha diffidato la chiesa dal propagandare e vendere la ‘cura miracolosa’ come rimedio al coronavirus. Trump, evidentemente, non lo sapeva. Grenon vende da anni il prodotto con l’etichetta MMS (“miracle mineral solution”), sostenendo – ma non è vero – che può curare il 99% di tutte le malattie, compresi cancro, malaria, Aids, herpes, leucemia e persino l’autismo, oltre che, ovviamente, adesso che c’è, il coronavirus: una goccia all’ora basta. La Genesis II, che sul suo sito web si autodefinisce curiosamente “chiesa non religiosa”, sostiene d’avere venduto milioni di kit della sua MMS e di avere ordinato circa 2000 ‘ministri’. Per essere fuori dalla portata degli strali della legge, Grenon evita di presentare la cura come un medicinale: è un sacramento; e chi lo riceve non lo paga, ma fa una donazione. Il fermento sull’origine dei ‘consigli per la salute’ presidenziali segna giornale tragiche: il numero dei decessi negli Usa ha superato i 50 mila ed è ormai oltre 52 mila e quello dei contagi va ben oltre i 900 mila e s’avvicina al milione, stando ai dati della Johns Hopkins University. Con 1.258 decessi venerdì, la cifra giornaliera è stata la più bassa delle ultime tre settimane. Giovedì, al contrario, c’era stato uno dei bilanci giornalieri più pesanti, con almeno 3.170 morti. A difendere Trump, sono rimasti solo pochi intimi: Rush Limbaugh, nel suo show radiofonico giornaliero, ha ripreso la tesi della Casa Bianca, un polverone sollevato ad arte dalle fake news.
“Vogliono persuaderci che il presidente ha detto di bere l’acido muriatico per sturare i lavandini”; Breitbart, magazine online ultra-conservatore, fondato dall’ex stratega di Trump, Steve Bannon scrive che “il presidente non ha proposto di iniettare del disinfettante alle persone, ma di approfondire processi che possono portare alla pulizia dei polmoni dei pazienti”. La Fox prende le distanze: “Iniettarsi disinfettante è velenoso, per favore, non fatelo a casa”, avverte il suo pubblico.
Nonostante con i suoi briefing quotidiani sul coronavirus sia l’unico che sta effettivamente facendo campagna elettorale, Trump vede sfumare sempre più la sua popolarità, che s’era avvicinata al 50% all’inizio dell’epidemia ed è scivolata ad aprile al 46%, con il 51,5% degli americani che disapprova il suo operato, sempre secondo la media dei sondaggi di RealClearPolitics.
Secondo il sito Axios, Trump avrebbe intenzione di diradare la presenza ai briefing. Il suo staff lo avrebbe convinto che le apparizioni quotidiane rischiano di trasformarsi in una sovra-esposizione e di divenire un boomerang elettorale, specie se le sue affermazioni mettono in difficoltà le autorità sanitarie federali e gli stessi super esperti ingaggiati dalla Casa Bianca.