Facebook, 25 aprile 2020
Un libro sul bianco
Per la giornata del libro vi consiglio “Un’eredità di avorio e ambra” (Bollati Boringhieri) dell’inglese Edmund De Waal. L’autore, nato nel 1964, è un noto ceramista, fissato col bianco. Fa oggetti del tipo che vedete qui sotto di ceramica rigorosamente bianca (di questa sua fissazione parla in “La strada bianca. Storia di una passione” che vi consiglierei solo se siete maniaci delle fissazioni)
“Un’eredità di avorio e ambra” è invece un memoir. Racconta la storia della famiglia ebrea della madre, i von Ephrussi, attraverso le vicende di una preziosa collezione di 264 statuette giapponesi (netsuke), grandi come scatoline di fiammiferi, che passano da una generazione all’altra e da una città all’altra seguendo lo splendore e la decadenza degli Ephrussi col precipitare dalla smagliante vita parigina di fine ottocento alla drammatica realtà della Vienna hitleriana. È una cavalcata meravigliosa attraverso la bellezza e la tragedia, il tempo individuale e la Storia, e il filo sono sempre i netsuke, il loro passare di mano in mano fino alla provvidenziale idea di una cameriera di farli sparire nelle tasche del grembiule per sottrarle all’ingordigia dei nazisti.
Sarò sempre grata ad Angelika Leik che anni fa mi ha fatto scoprire questo libro stravagante, questa narrazione appassionante. Si è inciso nella memoria con la gratitudine che ho verso i grandi scrittori capaci di far rivivere un’epoca, persone, sentimenti attraverso lo straordinario talento evocativo di luoghi, ricordi, oggetti.