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 2020  aprile 23 Giovedì calendario

Periscopio

Sono medico chirurgo specializzato in malattie nervose e mentali. Ho fatto dieci anni d’ospedale, diventando assistente ordinario in neurochirurgia e poi aiuto nella divisione di neurologia. Paolo Cirino Pomicino, ex ministro Dc (Maurizio Caversan). LaVerità.
Le scale del liceo Parini tornano per un attimo nei miei occhi gremite di ragazzi coi capelli lunghi e la barba, che brandiscono gridando bandiere rosse. Avevano dieci anni più di me, dunque, ora, sono sui settanta; e forse qualcuno già ne ha ucciso l’epidemia. Non è possibile, mi dico, proprio voi, voi che credevo giovani per sempre. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.

A Palazzo San Macuto, già sede dell’Inquisizione voluta da papa Paolo III, c’è la «Commissione bicamerale per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi televisivi» che ebbe un presidente d’alto lignaggio come Sergio Zavoli, testimone passato per le mani un po’ meno esperte di Roberto Fico, grillino, laurea in Scienze della comunicazione sulla musica neomelodica napoletana, già importatore di tessuti e impiegato in un call center, assurto col governo Conte a terza carica dello Stato, come presidente della Camera. Carlo Verdelli, Roma non perdona – Come la politica si è ripresa la Rai. Feltrinelli, 2019.

Conte andrebbe studiato nelle università del mondo perché segna un nuovo stadio, anonimo e postumo della politica. Non si può esprimere consenso né dissenso nei suoi confronti perché non c’è un argomento su cui dividersi; lui segna la fine del discorso politico, la fine della decisione, la fine di ogni idea, di ogni fatto. È la somma di tante parole usate nel gergo istituzionale, captate e assemblate in un costrutto artificiale. È lo stadio frattale del moroteismo, il suo dissolversi. Ogni suo discorso è un preambolo a ciò che non accadrà, il suo eloquio è uno starnuto mancato, di cui si avverte lo sforzo fonico e il birignao istituzionale ma non il significato reale. Altri semmai decideranno, lui si limita al preannuncio. Marcello Veneziani. Panorama.

C’è un cantiere che non si è mai fermato. È quello del ponte di Genova. È un cantiere straordinario, miracoloso: si stanno montando pezzi da 1.800 tonnellate. Dovevamo finire per il 27 giugno, ci sarà qualche rallentamento, ma grazie al lavoro di tutti, dal commissario al manovale, sarà un segno di quello che riescono a fare gli italiani. Renzo Piano, architetto e senatore (Aldo Cazzullo). Corsera.

Walter Siti è uno dei più importanti scrittori e critici letterari italiani. Vive a Milano, nel centro del contagio, in autoisolamento da giorni. Dice: «Quello che mi preoccupa di più è il sentimento che sta montando nella mente delle persone. Ho paura che quando finirà l’emergenza il rancore, la rabbia, il risentimento, che in questo momento lievitano in silenzio, sottotraccia, esplodano e si riversino contro gli attuali comandanti in capo. È un attimo innescare la dinamica del capro espiatorio. Dire: «È tutta colpa vostra se c’è stata una strage». Oppure: «È colpa vostra se ora abbiamo le pezze al culo». Non è detto che accada. Però, se accade, gli scontri a cui assisteremo potrebbero farci pensare agli autunni caldi della nostra storia come a dei momenti di relativa calma e serenità». Walter Siti, scrittore (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
Vivo a Piumazzo, una frazione di Castelfranco Emilia, non distante da Modena. Sono qui le mie radici. Sono nato in un’antica cascina, poi mio padre comprò un paio di poderi ed edificò la nuova casa. Studiate, diceva ai due figli maschi. Era felice che ci riscattassimo. Ma se avete un’ora libera, quella mi appartiene. Con mio fratello Fabrizio, oggi agronomo paesaggista, sistemavamo la frutta nelle cassette e poi sui camion. È stata una buona scuola di vita. Ci sembrava di restituire, almeno in parte, quello che i nostri genitori ci avevano donato. Valerio Massimo Manfredi, scrittore (Antonio Gnoli). la Repubblica.

L’auspicabile cancellazione della brutta pagina delle promozioni automatiche dei magistrati non ha controindicazioni. Nessuna modifica costituzionale: per abolire gli automatismi a favore dei magistrati basterà una semplice legge, come lo è la Breganze che li introdusse. A cose fatte, esploderanno i vantaggi. I magistrati torneranno normali cittadini, con la stessa fatica di vivere, eliminando l’antistorica discriminazione tra autorità e suddito. Senza l’inerzia della progressione meccanica, nell’ordine giudiziario tornerà l’aggiornamento, lo studio, l’amor proprio, il merito. Diminuirà il senso di intoccabilità che ha portato la magistratura a degradarsi come dimostra il caso Palamara-Csm. E si potrà infine sperare che torni l’armonia tra toghe e Paese. Giancarlo Perna. LaVerità.

SANDRO VERONESI. Voto 91/2. Il fondatore di Calzedonia è arrivato a 4.859 punti vendita in 57 Paesi e ha chiuso il 2019 con 2.411 milioni di fatturato (+4,7%). L’impero delle calze e dell’intimo conta altri brand: Intimissimi, Tezenis, Falconeri, Atelier Emé, Signorvino (wine shop e ristoranti). Si dice che scelga di persona le sue fascinose modelle. Ecco quel che si dice un uomo in gamba. Stefano Lorenzetto. Arbiter.

Lui: sui sessant’anni, basettoni, gessato blu, Rolex Daytona, regalo del suo maestro di politica, Nicola Sardella, detto, per la sua umanità, il Cobra, che controllava la truppe democristiane a Roma e l’aveva nominato, appena trentenne, capo della sua segreteria. La carriera del porco con il sigaro è stata poi piuttosto banale: Dc finché è esistita, quindi Margherita, Partito democratico, e molti consigli d’amministrazione. Faccia di uno nemmeno sfiorato dall’idea che gli uomini nascano liberi e uguali. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.

Siccome gli italiani fecero parte della gerarchia della Chiesa Cattolica (come Papi, Vescovi, Diplomatici) e contribuirono specie alla educazione della classi superiori del clero, siccome la nomina di un vescovo che non avesse un’educazione italiana, o che, per lo meno, non avesse risieduto a Roma per un certo tempo, era rara, e continua a esserlo, tutto questo fa sì che il cattolicesimo sia un dono del popolo italiano al mondo. Ma non bisogna sostenere che la Chiesa cattolica sia un organo dell’Italia, è l’Italia che è il cuore della Chiesa cattolica. Giuseppe Prezzolini, L’Italia finisce, ecco quel che resta. Rusconi, 1994.

La densità della popolazione tedesca (214 abitanti per chilometro quadrato) è più del doppio di quella della Francia. Brigitte Sauzay, Le vertige allemand, La vertigine tedesca. Olivier Orban, 1985.

L’uomo sta diventando una donna incompiuta. Roberto Gervaso. Il Giornale.