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 2020  aprile 23 Giovedì calendario

Leclerc non ha paura del futuro

Gli hanno tolto la Formula 1 reale e lui si è lanciato in quella virtuale. «Non è la stessa cosa, ma è divertente, allena i riflessi e intanto ridi e scherzi con i colleghi», parola di Charles Leclerc. Il pilota della Ferrari si è preparato a questa F1 Virtual Race come se fosse un campionato vero. Si è presentato al via del Gp di Australia ed è arrivato primo. Due settimane dopo, stesso risultato sul circuito di Shanghai. La notizia non è che abbia vinto lui, ma che mancavano gli altri big. È in atto un confronto tra due generazioni cresciute entrambe a pane e playstation. La differenza la fanno agli anni: per gli ultra trentenni Hamilton e Vettel (ma anche per Verstappen, classe ‘97) la F1 virtuale è una forma di smartworking o lavoro al simulatore, chiamatelo come volete. Per il 22enne Leclerc, invece, è (video)gioco in cui la competizione si mescola al piacere, e il successo resta l’obiettivo. «Non credo che abbiano paura di sfidarmi, forse lo ritengono inutile. Pensate che a volte io perdo da mio fratello Arthur (19 anni, pilota della Driver Academy Ferrari). Ha un grande talento, ma la nostra famiglia non aveva i soldi per far correre entrambi. Adesso lo aiuto io». 
Scontro generazionale
Le gare virtuali sono aperte anche ai dilettanti: in Cina ha corso Ciro Immobile, 17° classificato. «Al prossimo giro mi piacerebbe affrontare Valentino Rossi», propone Leclerc. Il guanto di sfida è lanciato.
«Questo periodo mi renderà migliore» dice con quel filo di sfrontatezza. È collegato in videoconferenza come un po’ tutti in questo periodo di isolamento. Sullo sfondo il fotoritratto in bianco e nero di un clochard appeso a una parete bianca. «Mi piaceva e basta, non ci sono significati nascosti». Stare reclusi a quell’età, anche se si vive a Montecarlo, anche se non si vede che cosa si nasconda dietro quella parete (come minimo dobbiamo immaginare un salone con il simulatore e una stanza adibita a palestra), deve essere interminabile. «Ne ho approfittato per imparare a cucinare. Per ora sono arrivato alla pasta alla carbonara».
La Virtual Race non è soltanto un modo per riempire il tempo libero, in attesa che le gare reali ricomincino. La F1 sta studiando nuove soluzioni per salvare la stagione. I puristi storcono il naso, mentre Leclerc si entusiasma. Due fine settimana consecutivi sullo stesso circuito? «Se la sicurezza del personale è garantita, ben vengano. L’anno scorso in Austria una seconda gara non l’avrei persa. Quel giorno ho imparato a essere più aggressivo». Il riferimento è al sorpasso con sportellata subìto nel finale da Verstappen. Altra idea di Liberty: le gare in senso contrario. «Fantastico, sarebbe guidare su un circuito nuovo». L’ipotesi di correre a porte chiuse a Monza? «Sempre meglio che restare fermi. Il pubblico lo incontriamo poi sui social».
Il taglio dello stipendio
Secondo Leclerc, un campionato vero deve avere almeno 12-13 gare «ed è normale che ci sia un taglio allo stipendio». L’ipotesi che la stagione venga cancellata non è da escludere, «perché la situazione cambia di giorno in giorno. È una strana situazione, ero abituato a fare e disfare valigie». La stessa incertezza riguarda le prestazioni. Nei test invernali la Ferrari non ha brillato in velocità. «Fino alla prima qualifica non sono in grado di fare previsioni - spiega Leclerc -. Ora la fabbrica è chiusa perché anticipiamo le ferie estive, quindi non stiamo sviluppando nulla. Serve tempo per capire. Di sicuro in un campionato corto devi prendere più rischi alla guida, questo lo metto in conto. Io sono pronto».