Il Sole 24 Ore, 22 aprile 2020
Branson, Virgin Australia e quell’isola tropicale
Non gli è bastata la sua isola tropicale a Richard Branson per garantire gli aiuti necessari a salvare uno dei suoi giocattoli volanti, Virgin Australia. Secondo Forbes, l’imprenditore 69enne vale 3,4 miliardi di dollari. Ma come ha sottolineato lo stesso Branson in un messaggio ai 69mila dipendenti del suo impero, Virgin non è denaro cash. A farne le spese è stato uno dei tasselli, Virgin Australia entrata in amministrazione straordinaria, caduta sotto i colpi del coronavirus. Anche l’altra costola Virgin Atlantic è in serie difficoltà e a nulla finora è servito chiedere aiuto al governo inglese per 500 milioni di sterline. I vettori hanno azionisti di tutto rispetto come Delta Air Lines, ma pure loro devono risolvere non pochi problemi. Per Branson la soluzione è trovare il cash necessario per finanziare le compagnie che devono lottare per difendersi da una crisi mai vista nel settore aeronautico. Ad esempio potrebbe vendere Necker, l’isola tropicale nelle British Virgin Island che affitta a 42mila dollari al giorno. Oppure cedere la sua quota in Virgin Galactic, la stazione orbitante per i voli turistici spaziali. Nonostante gli sforzi spaziali, sarà difficile portare in carreggiata un gruppo aeronautico che perde 45 milioni di sterline l’anno.