La Lettura, 19 aprile 2020
Le scoperte musicali di Richard Russell
«La musica è infinita, quello che hai sentito è sempre meno di quello che ancora non conosci». Richard Russell spiega il suo rapporto filosofico con la musica che ha cambiato la sua vita e che lui ha contribuito a cambiare. Lo racconta nella biografia Liberation Through Hearing. Rap, Rave & the Rise of XL Recordings, storia di una rivelazione personale e del percorso di un’etichetta discografica, la XL Recordings fondata nel 1989, che è riuscita a definirsi con un suono alternativo e allo stesso tempo ad avere un impatto globale.
Nato nel 1971 a Edgware Road, Londra, in una casa dove «ascoltare musica a tutto volume non è mai stato un problema: da un lato c’era il viadotto dell’autostrada, dall’altro una vicina sorda», Richard Russell è cresciuto seguendo le onde ribelli della cultura rave-techno di fine anni Ottanta, ha incontrato l’etica punk e il senso di comunità (sintetizzate nel credo Do It Yourself) della discografia indipendente degli anni Novanta e quando ha capito che la sua strada non era essere un artista (nonostante il successo di The Bouncer, brano techno pubblicato nel 1992 con il duo Kicks Like a Mule) ma quella di plasmare i gusti di una generazione, ha dato una bella mano a traghettare la musica dal XX al XXI secolo.
La XL Recordings è un caso discografico senza paragoni. Un’etichetta indipendente che ha superato la crisi più grande dell’intero settore musicale continuando a scoprire e a portare al successo artisti, senza mai deviare da quella che Russell ha definito «una visione senza compromessi». Le regole sono precise: non pubblicare più di cinque album all’anno, scommettere su nomi con un potenziale a lungo termine invece di cercare successi commerciali immediati, lasciare che l’intuito artistico guidi le decisioni aziendali, lavorare con la consapevolezza del rischio. «La misura dell’arte è nella capacità di accettare il rischio. I veri artisti lo sanno, perché ogni giorno creano seguendo questa linea sottile, le multinazionali discografiche no», dice Russell.
E poi c’è la fiducia nel potere spirituale della musica di cambiare il mondo. La XL Recordings lo ha fatto costruendo la colonna sonora alternativa degli ultimi decenni. Nel 1994 ha pubblicato il secondo album dei Prodigy, Music for the Jilted Generation che debutta al numero 1 in Gran Bretagna; tre anni dopo il secondo album della band di Keith Flint (morto suicida a 49 anni nel marzo 2019), The Fat of the Land, arriva al primo posto in America, Gran Bretagna e altri 26 Paesi. Nel 2001, dopo aver vinto un Mercury Prize con The Hour of the Bewilderbeast di Badly Drawn Boy, Russell mette sotto contratto i White Stripes ripubblicando i primi tre album della band di Jack White e lanciando il quarto, Elephant, numero uno in Gran Bretagna nel 2004 e celebre in tutto il mondo per il singolo Seven Nation Army. Nel 2005 lancia il fenomeno multiculturale M.I.A, acronimo di Matangi Maya Arulpragasam, londinese, figlia di un combattente delle Tigri Tamil dello Sri Lanka e creatrice di una miscela esplosiva di rap, techno e world music: nel 2007 la sua Paper Planes viene inserita nella colonna sonora del film The Millionaire, premiata con un Oscar. In seguito Russell pubblica The XX e Vampire Weekend (numero uno in America nel 2010 con l’album Contra), gli ultimi tre album dei Radiohead (In Rainbows del 2007, The King of Limbs del 2011 e A Moon Shaped Pool del 2016) e fa scoprire al pubblico degli anni Dieci il cantante e attivista afroamericano Gil Scott-Heron (1949-2011), considerato uno dei precursori del rap per i suoi dischi di soul militante degli anni Settanta, producendo il suo ultimo album I’m New Here.
La grande intuizione è del 2006. Russell sente su MySpace tre canzoni registrate per un progetto scolastico da una ragazza diciottenne, Adele Laurie Blue Adkins. Alza il telefono e la chiama. Lei non ci crede, e si fa accompagnare all’appuntamento da un amico. Qualche giorno dopo Russell va a sentirla al Cherry Jam, un piccolo club di West London. Lei gli chiede un giudizio sulla sua esibizione, poche canzoni interpretate in acustico, lui risponde: «Non credo che tu possa fare un brutto concerto». E le allunga un contratto da firmare. Nel 2008 il debutto di Adele, l’album 19, vende 7 milioni di copie nel mondo e vince due Grammy Awards. Il secondo lavoro, 21, uscito nel 2011, arriva a 31 milioni di copie e sei Grammy. Il terzo, 25 (del 2015), raggiunge i 22 milioni di copie.
Si dice che Adele, da sola, abbia salvato l’intera industria discografica mondiale. La cosa certa è che grazie a quella telefonata, nel 2011 Richard Russell ha moltiplicato per dieci il fatturato della XL Recordings in soli dodici mesi.
Oggi Russell (che per «la Lettura» ha raccontato in una frase dieci artisti della sua XL Recordings, come si vede nel grafico di questa pagina) ha trasformato un magazzino di Notting Hill Gate nel suo studio di registrazione, Copper House. «Perché un’etichetta senza uno studio è solo un’altra società di marketing», dice. La XL Recordings invece opera come una galleria d’arte, offrendo agli artisti uno spazio per sperimentare: «L’importante è dare al pubblico un’esperienza che non può trovare da nessun’altra parte. Si può lavorare oltre i generi musicali se riconosci qualcosa con una forte identità. Io sono convinto che tutte le persone siano per natura creative e originali».
Mentre continua a produrre e pubblicare artisti (spaziando dall’elettronica al jazz all’hip-hop con Arca, Dizzee Rascal, Tyler the Creator, Sigur Rós, Kamasi Washington, Jungle, Ibeyi, FKA Twigs e molti altri), Russell è tornato a fare musica. Circondato dagli strumenti elettronici con cui ha costruito il suo suono (bassi potenti, arrangiamenti scarni, accordi di tastiere pieni di soul) ha trasformato Copper House in una Factory, aprendo le porte a ospiti di ogni età con il progetto Everything is Recorded, definito dai media inglesi «un modello nell’arte della collaborazione».
Il secondo album del progetto, Friday Forever, uscito il 3 aprile, è il racconto collettivo di un venerdì notte che comincia alle 21.46 tra Londra, Manchester e New York, e finisce alle 11.59 del giorno dopo. Ore e ore di registrazioni libere in cui si sono alternati alcuni tra i nomi più interessanti della scena urban, come Infinite Coles, i rapper Flohio e Aitch, la cantante folk Maria Sommerville e leggende come Ghostface Killah del collettivo newyorkese Wu-Tang Clan o Penny Rimbaud del gruppo punk britannico Crass. Russell ha editato, ripulito, ricomposto il materiale per creare la colonna sonora di un’esperienza universale circolare, che si ripete uguale e sempre diversa ogni venerdì sera per milioni di giovani. Un lavoro che compone un ordine narrativo dopo il caos creativo, fatto in solitudine, seguendo la sua ossessione per la musica senza limiti. «Ci sono persone – dice Russell – che seguono le regole e altre che sono convinte che le regole non esistano. Ci saranno sempre artisti che non hanno paura di fare le cose a modo loro. Sono loro a portare il cambiamento».