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 2020  aprile 19 Domenica calendario

Il prof Massimo Galli ha ragione a prescindere

Il direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco è la vera rivelazione mediatica di questa triste fase storica. Con quell’aria di vaga insofferenza nei confronti dell’intervistatore, delle domande poste, dei pollini di stagione e del colore della giacca di Floris, con le sue risposte tranchant e il ghigno beffardo di chi piuttosto che darla vinta al virus farebbe da cavia umana pure a un vaccino creato da Red Ronnie, Massimo Galli è la Mara Maionchi degli infettivologi. Autorevole ma irriverente, è diventato un idolo nazionale grazie a una serie di risposte favolose date ai giornalisti. Vado a fare degli esempi. Giornalista 1: “Professore, principali vettori del contagio?”. Galli: “Nel mio caso voi giornalisti”. Giornalista 2: “Professore, se le dovessero chiedere quali misure più stringenti si potrebbero adottare lei cosa direbbe?”.
Galli: “Normalmente non me lo chiedono!”. Giornalista 2: “Ma glielo chiedo io”. Galli: “Ecco, brava”. Il momento più indimenticabile però è stato quello con la Gruber. Lei lo presenta dicendo: “Ecco il cosiddetto esperto, tecnico, virologo Massimo Galli”. Lui fa finta di nulla, ma il suo sguardo si tinge di rosso. Non la uccide solo perché ha imparato dai virus: quelli intelligenti non ammazzano l’ospite, lo stordiscono. Dunque dice qualcosa fingendo di non aver notato quel “cosiddetto” e poi la infilza: “Lei ha utilizzato un termine divertente, il ‘cosiddetto esperto’, non me ne offendo affatto, ma su una malattia di questo genere, completamente nuova, il termine ‘cosiddetto’ è corretto”. Sottotesto: se ti riazzardi a definirmi esperto ti inoculo il virus dell’ebola durante la scheda di Paolo Pagliaro.
Un’altra caratteristica inconfondibile di Massimo Galli è che come tutte le star ha un accessorio iconico che lo caratterizza: indossa quasi esclusivamente una cravatta blu e quasi sempre a pois, perché lui sa che ogni narrazione ha bisogno di elementi visivi che verranno ricordati. Del resto, perfino il Coronavirus ha scelto l’iconico, spaventoso pipistrello come serbatoio, mica la blatta. Ma le infinite doti di Massimo Galli non si fermano al tangibile. C’è anche il sovrannaturale. La sera del 14 aprile il professore è stato avvistato contemporaneamente da Mario Giordano, da Bianca Berlinguer e all’ospedale Sacco, ma testimoni attendibili giurano di averlo visto anche a Codogno mentre saltava sui tetti con la tuta dell’Uomo Ragno e mentre infilava in un sacco nero, costringendolo a un isolamento forzato in un reattore di Fukushima, il tizio che “in Giappone stanno tutti bene con l’Avigan!”. Il professor Galli è noto poi anche per le sue indagini epidemiologiche. In particolare, sta provando a tracciare la diffusione del Covid-19 in Italia, isolando i genomi virali di tre pazienti appartenenti a un gruppo di casi nella provincia di Lodi. Da lì Galli cerca di risalire all’identità del paziente zero che nella fattispecie mi auguro sia stato asintomatico e inconsapevole di essere il paziente zero perché non so voi, ma io se sapessi che il professor Galli mi sta cercando casa per casa in quanto causa di un’epidemia, vivrei nel bosco bevendo acqua di fonte e radendomi con la pietra aguzza come Rambo.
Comunque, secondo voci interne al Sacco, il professore starebbe conducendo parallelamente un’altra importante indagine epidemiologica: sta sottoponendo a un test accuratissimo gli spettatori di Barbara D’Urso su scala nazionale per capire se nei soggetti colpiti ci sia una qualche speranza di guarigione o la malattia si sia ormai irrimediabilmente cronicizzata.
Galli, poi, è pronto alla guerra, non teme i nemici e forte del suo slogan “Mi chiamo Massimo Decimo Meridio Galli, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore il professor Massimo Galli”, è stato protagonista di feroci scontri con colleghi e istituzioni. “Sono imbarazzato dal balletto esecutivo-regione sui dati. (…) Si è criticato tanto la Cina perché era riluttante a pubblicare il vero numero dei casi, ora non facciamo ridere il mondo perché il governo vuole controllare i risultati”, ha dichiarato senza giri di parole. Roba da rischiare che Gallera gli radesse al suolo il Sacco in una notte per far vedere che la Regione Lombardia, in sole 12 ore, può convertire un ospedale in un campo di lattuga cappuccina. Ma a L’aria che tira ha dichiarato anche: “Una ridefinizione delle competenze, soprattutto per situazioni di emergenza come questa, sarebbe assolutamente da prendere in considerazione, come una riorganizzazione a fondo della sanità pubblica a livello territoriale”. La conduttrice risponde che per questa affermazione potrebbero fargli un mazzo tanto e lui: “Amica mia, non sono in nessuna stanza dei bottoni e ho abbastanza anni sulle spalle per dire che sarei stato molto felice di avere una minore esposizione e di occuparmi di tante altre cose”. Come a dire: se Fontana o Gallera provano a dirmi qualcosa, a giugno vado a cercarli tutti e due, li chiudo negli scantinati del Sacco e se qualcuno mi chiede come mi spieghi la loro scomparsa, rispondo che certi virus col caldo spariscono. Insomma, mentre voi altri vi chiedete come sarà la fase 2, noi fan del professore lo sappiamo già dal primo giorno: sarà quella in cui c’ha ragione Galli. Come sempre.