il Fatto Quotidiano, 18 aprile 2020
Tecnici addio, fate largo al predicatore
È finita l’epoca degli spread, bond, btp, bot e i due Mario, Monti e Draghi. La pandemia ha inaugurato una stagione di esotismi e volti nuovi. Ora siamo alle prese con il lockdown, la task force, il Mes e gli eurobond. È la volta di Borrelli, Brusaferro, Ricciardi, Burioni e Colao. Nessuno si aspettava, però, che avremmo beneficiato anche di una guida spirituale alternativa a quella di Papa Francesco. Nella top ten delle personalità di spicco dell’era Covid-19 c’è nientepopodimeno che il guru di Donald Trump. Direttamente dalla Carolina del Nord su La7 ogni sera va in onda Franklin Graham, il reverendo evangelista tra i più famosi degli States.
Dopo l’apertura in sole 36 ore di due ospedali da campo, uno a Central Park (New York) e l’altro a Cremona, i samaritani a stelle e strisce si sono guadagnati la simpatia dell’opinione pubblica per l’accoglienza offerta ai medici italiani tra applausi e cartelloni con su scritto: “Dio vi ama”, “Siate forti e coraggiosi”, “Good morning eroi”. Così, in pochi giorni, il predicatore americano, presidente e ceo della Billy Graham Evangelistic Association e della Samaritan’s Purse, un’organizzazione internazionale di soccorso cristiano, ha conquistato pure il grande schermo. Senza ricorrere a forestierismi. Nessun “God bless you”. Né la versione al maschile di Sister act.
Il sermone del pastore del Tycoon è in italiano. “Salve, sono Franklin Graham – dice con tono impostato al pubblico, mentre focalizza lo sguardo sulla camera – forse la paura si è impadronita anche del tuo cuore ma desidero che tu sappia che Dio ti ama e conosce tutto della tua vita”. Pochi istanti ed ecco la preghiera da formulare per sconfiggere la pandemia: “Dio, io sono un peccatore. Mi pento dei miei peccati”. Chissà se l’abbia pronunciata anche Donald Trump per convincere l’80 per cento degli evangelici americani a votarlo nel 2016. In cambio lui gli ha concesso giudici e leggi ad hoc.
Franklin Graham, figlio del predicatore Billy Graham, era presente alla celebrazione del suo insediamento come 45° presidente degli Stati Uniti d’America. A sancire la legittimità del ruolo assunto dal Tycoon – secondo Graham – ci sarebbe addirittura la garanzia divina. “C’era Dio dietro le ultime elezioni”, ha dichiarato alla stampa americana. Qualche problemino, invece, era sorto con Barack Obama. “È nato musulmano – aveva detto alla Cnn – suo padre era musulmano e gli ha dato un nome musulmano”. Del resto era stato proprio Graham, dopo l’11 settembre 2001, a definire l’Islam “una religione malvagia”.
Due anni dopo infatti sostenne la guerra in Iraq, dove pure si recò per offrire il suo caritatevole sostegno. Graham è finito alla ribalta anche nel 2011, quando interpretò lo tsunami e il terremoto in Giappone come l’arrivo di Armageddon. Tra i suoi bersagli preferiti non manca la comunità Lgbt. Infatti in questi giorni a New York il nostro reverendo è alle prese con la polemica sulle presunte discriminazioni nei confronti dei pazienti omosessuali positivi al coronavirus. Oh-my-God!